“Rerum Novarum”

Leone XIII

così il 15 maggio del 1891, il mio omonimo, Papa Leone XIII intitolava una delle sue più importanti encicliche. Non mi dilungo nel dirvi di cosa trattasse, ma dal titolo Delle cose Nuove si capisce che la Chiesa volle intervenire sulle mutazioni socio-culturali che si facevano strada in quegli anni. Vi consiglio di leggervela. Di novità infatti vi voglio parlare.
In questi giorni, sul blog, ho seguito i vari commenti che si sono susseguiti sull’eliminazione dell’insegnamento della lingua latina. In alcuni ho notato l’enfasi alla sola idea che il latino andasse in pensione, in altri studenti, sicuramente più zelanti dei primi, ho riscontrato più riluttanza nell’accettare questa proposta.

Vorrei motivare il mio intervento in merito. Sono un ex studente di ragioneria, già nei primi anni dei miei studi mi accorsi di avere qualche anomalia, ovviamente culturale, mi resi conto appunto che nutrivo una passione molto accentuata per le cosiddette materie umanistiche, particolarmente per la letteratura, mentre per quelle tecniche o professionalizzanti che dir si voglia esibivo solo apatia. Questa passione andava crescendo di giorno in giorno, e venivo assuefatto dalle lezioni della Prof.ssa Mezzi, che ringrazio ancora e saluto. Mi accorsi però che nonostante l’ottima preparazione umanistica che ricevevamo ci mancavano alcune materie fondamentali. Il Latino e la Filosofia, che scrivo in maiuscolo non per errore. Mi guardai intorno e improvvisamente mi venne l’idea. Potrei “sfruttare” il liceo e suoi insegnanti. Raccolsi un gruppetto di compagni anch’essi culturalmente anomali come me e andammo dal Preside. Bussammo alla sua porta, era a colloquio con qualcuno, attendemmo il nostro turno. Dopo qualche minuto, ci fu un’apparizione voluta dal destino, infatti dall’ufficio del Preside Parma uscì il Prof. Cappellini. Un sorriso ed andò via. Entrammo, ed incuriosito dal nostro corposo numero, eravamo più o meno una decina, ci fece accomodare e con aria sospettosa ci chiese: “cosa posso fare per voi?”. Non entrammo subito nel merito delle richieste, partimmo da lontano. Dopo una serie di discorsi adulatori arrivammo al sodo. E chiedemmo la possibilità di far organizzare due corsi per noi studenti di ragioneria, uno di Latino e l’altro di Filosofia. Rimase sbigottito, quasi li caddero i baffi dallo stupore. Detto fatto, in poco meno di una settimana organizzò il tutto, nel frattempo venni a conoscenza della sua passione per la lingua latina, e sperai che fosse egli stesso a tenerci questo corso. Ci chiamò nel suo ufficio, ci portò in un’aula e ci presentò i nostri nuovi insegnanti. Il Professor Cappellini, il quale già ci apparve profeticamente prima della nostra richiesta, e la professoressa Mollo. Iniziammo così la nostra immersione, sia pur a livelli basilari, data la nostra provenienza, nel mondo delle due materie.

Morte di Socrate

Fu un’esperienza molto positiva, e che non so se mai si ripeterà, ma raccontarvela mi è servito per farvi capire che spesso le cose che abbiamo non le apprezziamo mai abbastanza. Certo direte voi, è facile voler studiare il Latino e la Filosofia quando non si è sottoposti a verifica. Forse quella componente mancava, ma vi assicuro che sono materie così utili ed appassionanti che il voto diventa una vera formalità. Ricordate che imparare non è mai una perdita di tempo. Avete inoltre la fortuna di vivere una realtà scolastica che vi permette di avere uno scambio culturale con gli altri indirizzi di studio, sfruttate queste occasioni.

Ringrazio ancora per quei corsi illuminanti il Professor Cappellini, la Professoressa Mollo, e l’inestimabile Preside Parma.

7 commenti su ““Rerum Novarum””

  1. Parlando da persona che non ha mai amato le lingue straniere o morte (latino, inglese, francese) e molte volte neanche la propria lingua madre, posso dire che il latino (nella sua bruttezza) sia ancora una lingua utile per capire soprattutto come è stata costruita la nostra lingua e il nostro mondo. Quindi penso che non sia utile togliere l’insegnamente del latino soprattutto perchè una persona può scoprire durante il suo corso nelle superiori di avere altre attinenze diverse da quelle scientifiche (come è successo a me).

  2. Leo, io ho vissuto la tua stessa situazione in un modo leggermente diverso.
    In seconda liceo mi sono accorto di essere più attratto e interessato dalle materie umanistiche, e molti miei professori, sia del Calvino sia del mio vecchio liceo da cui mi sono trasferito in terza, mi hanno dato una conferma in questo senso: avrei dovuto fare il liceo classico.
    So quindi a cosa ti riferisci e condivido appieno il tuo commento: io il latino l’ho amato a livelli incredibili.
    Non posso raccontarti sul blog della scuola cosa mi sono trovato a fare per aiutare dei compagni nelle versioni…
    Fosse per me il latino dovrebbe essere d’obbligo anche alle medie…

  3. Abolire o ridurre lo studio della Lingua latina sarebbe l’ultima nefandezza di questo pazzo governo! E’ l’unico mezzo che mantiene in vita una lingua ormai allo sbando come l’Italiano. Come dice la mia Prof. di Italiano: probabilmente tra qualche anno scomparirà anche il congiuntivo, così come non si hanno più tracce del passato remoto in molte regioni del nostro Paese. La funzione principale del Latino è quella di aprire la mente, di ampliare i propri orizzonti culturali, consentendo di trovare vie alternative nella risoluzione dei problemi. E’ il forziere della Lingua italiana.
    Purtroppo temo che per accaparrarsi i consensi di futuri cittadini votanti la brava “Ministra” e la coalizione di cui fa parte cercheranno di limitare al più presto lo studio del Latino. Sarebbe solo il primo passo verso la fine della nostra lingua.

  4. E i proff. non dicono nulla? io dico, essere diplomatici e mantenere un minimo di formalità va benissimo, ma quando con qualche sgadevole affermazione un politico, uno studente, annientano il vostro lavoro non vi sentite toccati? non vi ribolle il sangue nelle vene e vien voglia di prendere una posizione netta? Per una volta esponetevi, e dite a tutte quelle capre che pensano che la scuola sia un hobby oppure un concorso a premi dove ci si può permettere il lusso di scegliere le materie dal catalogo che non è così. Tirate fuori la voce.

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