SCUOLA DI FASCISTONI?

Incrocio questa pesante accusa riportata in un recente post sul blog (da cui traluce un feroce risentimento, degno di miglior causa) con gli articoli apparsi recentemente su “Repubblica”, in cui si parlava di presidi di licei milanesi alle prese con liste di candidati per la rappresentanza studentesca nel consiglio di istituto dichiaratamente neofascisti o neonazisti.
Nulla di ciò si verifica nella nostra scuola, e se la studentessa accusatrice me lo consente, un motivo, secondo me, c’è.
In adolescenza ognuno si fa le sue idee, che cambiano a volte nel giro di pochi mesi, a volte per ragioni serie e profonde, a volte per motivi molto più banali. Ad esempio, io in terza liceo ero piuttosto sulla destra per influenza della maggioranza dei miei compagni di classe (ricordo distintamente che facevo arrabbiare mio padre ex-partigiano prché sostenevo che nella seconda guerra mondiale l’Italia aveva colpevolmente tradito l’alleato tedesco), mentre in quarta ho virato decisamente a sinistra grazie all’influsso benefico di una mia compagna molto carina, e son poi rimasto più o meno da quelle parti.
Per maturare un’idea politica propria, personale ed adulta (destra o sinistra, non mi importa) l’importante è avere uno spazio lbero in cui confrontarsi senza estremizzare le posizioni.
Nella scuola ognuno ha il suo ruolo e la sua opinione. Il preside non potrà mai dire agli studenti di andare in piazza, invece che a scuola, come se fosse la stessa cosa: ma ritengo che egli abbia il dovere di confrontarsi e di mettersi in discussione.
Se il filo del dialogo non si spezza nemmeno quando il confronto è duro, certe posizioni estreme e inaccettabili non hanno il tempo e lo spazio per maturare e per consolidarsi: perché la democrazia la spunta sempre, a patto che venga realmente esercitata e che non abbia paura di se stessa.
Mi dispiace molto che ci siano colleghi presidi alle prese con gruppi di estremisti di destra così incattiviti: ma temo che non abbiano un blog, né un altro luogo libero e aperto in cui confrontarsi, né la sana abitudine di discutere. Noi invece queste cose ce le abbiamo e ce le teniamo care.
Detto questo (ma era la cosa più importante) accettiamo pacificamente la diversità delle posizioni (per tentare di modificarle attraverso il confronto e il dibattito, che è il sale di una democrazia matura). Invece, una democrazia ancora allo stadio infantile (come è quella italiana: e mi riferisco a quella degli adulti, non certo al confronto ideologico fra studenti) ricorre alla demonizzazione dell’avversario per povertà di contenuti e per arretratezza culturale.

Un commento su “SCUOLA DI FASCISTONI?”

  1. concordo perfettamente preside…e vorrei puntualizzare,sempre che non sia stato ben inteso,che il dialogo è importantissimo soprattutto sul pensiero politico,a parer mio…è anche vero che siam effettivamente un po piccini per poter aver un giudizio responsabile,adulto e maturo sulla politica…io che sono di 2a liceo ho ancora 3 anni prima di pensare definitivamente alla politica…diciamo che,essendo scout a Rozzano,tendo verso la sinistra…ma l’ho detto e lo ripeto…c’è ancor tempo..no?

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