POLITICA, MANIFESTAZIONI: QUALCHE PAROLA IN PIU’

La discussione sulla partecipazione diretta degli studenti alla vita politica nazionale e locale, sotto forma di manifestazioni di piazza o in altre modalità, deve risalire dal basso livello cui è scesa (anche per colpa mia) nel momento in cui si è privilegiato l’aspetto burocratico e formalistico a scapito delle questioni sostanziali, che meritano ben altro approfondimento.
Chiudo sulla questione giustificazioni con un’ultima osservazione: risparmiatevi pure l’ipocrisia delle “indisposizioni” e dei “motivi di famiglia”, tanto è lo stesso. Venerdì 3 e venerdì 10 ottobre sono assenze ingiustificate, e basta: salvo cause di forza maggiore comprovate e documentate, di cui peraltro sono gli stessi docenti ad avere diretta conoscenza.
Le manifestazioni e le autogestioni, vecchie, rituali e deteriori forme di partecipazione studentesca alla vita politica, hanno fatto il loro tempo e non hanno più il minimo significato, né la minima incidenza.
Berlusconi l’ha detto chiaro e tondo: andate pure in piazza, ci fa un baffo, noi andiamo avanti lo stesso. Il messaggio era diretto tanto agli studenti quanto (soprattutto) ai lavoratori della scuola, intruppati da un’abile e rozza propaganda nei plotoni dei “nullafacenti” del pubblico impiego, e quindi destinati al disprezzo del popolo, per quante buone ragioni possano avere. Chi lavora a diretto contatto con il pubblico ha già avuto modo di misurare gli effetti di questa generica diffamazione.
Dunque la piazza non serve più; non valgono più a nulla i comizi, gli striscioni e le bandiere. Bisogna inventarsi qualcos’altro, visto che siamo approdati al ventunesimo secolo.
Ripetere quello che hanno fatto i vostri padri e le vostre madri è una resa all’esistente e un’offesa alla vostra creatività e alla vostra padronanza dei nuovi strumenti di comunicazione.
Provate a pensare qualcos’altro, provate a stupire con qualche bella invenzione; provate anche a dimostrare che vi interessa sul serio, spendendovi sui problemi anche ad aprile, a maggio, non soltanto in ottobre e in novembre, perché non è che sul pianeta terra di cessi di soffrire e morire, solo perché è iniziato il secondo quadrimestre e quindi bisogna preoccuparsi di recuperare in qualche modo la promozione.
Certamente il pessimo esempio dato dagli adulti non stimola la vostra partecipazione: alimenta, anzi, quella disillusione che fatalmente induce al qualunquismo. Destra o sinistra, sono tutti uguali e purtroppo è vero. A tutti i livelli, nazionale e locale, la politica è diventata (o è sempre stato?) un mestiere poco pulito: si utilizzano le risorse pubbliche per gli interessi privati delle oligarchie di potere; competenze e merito non vi hanno cittadinanza; il concetto di politica come servizio e non come puro e semplice esercizio del potere e godimento del privilegio è sparito completamente dall’orizzonte.
Se i giovani ci credono tutto questo può cambiare, ma c’è da lavorare duro, c’è ben altra fatica che vi aspetta. Bisogna leggere, studiare, capire, partecipare. Bisogna sapere che cosa sono le leggi (costituzionali e non), i decreti legge, i decreti legisaltivi, i decreti del presidente della repubblica, i decreti ministeriali, le delibere delle giunte regionali, provinciali, comunali, e le funzioni dei relativi organi elettivi: insomma, bisogna informarsi e imparare, perché la propria partecipazione alla vita pubblica non sia passiva, perché si sappia essere cittadini consapevoli, attivi, capaci di analisi critica, e non semplice massa di manovra a disposizione di coloro che – indipendentemente dal colore politico – hanno il contingente interesse di mandare gli studenti in piazza.

19 commenti su “POLITICA, MANIFESTAZIONI: QUALCHE PAROLA IN PIU’”

  1. sono realmente impressionato!:-o|questa si che è una vera e propria critica COSTRUTTIVA non una delle solite e tipicamente italiane accuse a vuoto e insulti!
    compagni dobbiamo trovare un modo di fermare gli Assassini della Democrazia, dobbiamo farli riflettere e non divertirli con pagliacciate da loro stessi architettate!
    bisogna riflettere prima di agire!
    federico montanaro 4°F

  2. Poche parole.
    Per cercare di battere la politica oggi (soprattutto Berlusconi), bisogna vincere la battaglia della comunicazione. Per questo la piazza e le manifestazioni sono superate, bisogna usare di più i nuovi mezzi di comunicazione.

  3. Nuovi mezzi di protesta? Mettiamo un video su youtube oppure chiamiamo Striscia la Notizia o il TG5? Parliamo seriamente..qualcuno ha qualche buona idea?

  4. Che ne dici se il video lo mandiamo a giornali, reti televisive e quantaltro? Un video in cui tutti i ragazzi della nostra scuola denunciano i veri sprechi dell’Italia e facciamo capire seriamente che anche se abbiamo dai 15 ai 19 anni anche noi sappiamo come migliorare la nostra scuola e il nostro Paese. Troppo esagerata?

  5. facciamo esplodere una bomba… di sicuro ci sentirebbero…. i terroristi in qualche modo si fanno sempre ascoltare mentre noi possiamo anche scendere in piazza ma concretamente non possiamo fare niente…o si non si va più a scuola per 1 mese di fila o altrimenti si evita di fare sporadiche manifestazione che tra l’altro non servono a niente e a nessuno…

  6. Secondo me dovremmo fare un’intera settimana di sciopero, a MANIFESTARE..non a casa a dormire..dobbiamo farci sentire ma stando a casa questo non succederà..potremmo fare come a Roma che hanno organizzato un concerto, anche se è una cosa troppo grande potremmo fare qualcosa che si nota.. e niente bombe mi raccomando 🙂

  7. la manifestazione sarà anche un vecchio rimedio ma intanto il comizio della Gelmini al Pirellone è stato annullato…
    forse “i vecchi rimedi della nonna” (o dei genitori in questo caso) non sono ancora del tutto inutili!!!
    Berlusca le manifestazioni non ti fanno un baffo?!
    EBBENE Sì!! TI FAREMO ALLORA UNA BELLA E FOLTA BARBA!!!

  8. Egregio sig Preside
    credo nella scuola come istituzione
    credo nei docenti come professionisti validi e preparati che amano il loro lavoro
    credo nel preside come un figura super partes
    credo nella scuola come educatrice mon solo di cultura ma anche di valori come il rispetto e la democrazia
    credo nella scuola come opportunità da dare a tutti, poveri e ricchi, non una scuola classista (e quando io sono stata alunna con il grembiule e il maestro unico ricordo anche che i poveri non andavano proprio a scuola o comunque venivano messi da parte!)
    credo nei ragazzi come tesori da coltivare, portatori di novità, il nostro futuro e parte attiva nella società, persone da ascoltare come tutti i cittadini
    sono molto preoccupata che tutto ciò sia in pericolo ed esprimo il mio dissenso sulla sua infelice citazione del nostro presidente del consiglio, che certo non è indicativa di una democrazia ma piuttosto di un regime e trovo assolutamente grave che un Preside di una Scuola Pubblica prenda una posizione così di parte, mi aspetto che un dirigente sappia motivare la sua autorità in autonomia senza offendere, provocare e orientare alcuno… cordialmente la saluto e la invito a scendere in piazza insieme ai suou studenti!

  9. Ho semplicemente citato una presa di posizione pubblica del presidente del consiglio, non vedo cosa ci sia di male e non so chi possa essersene offeso.
    Il mio compito ritengo sia quello di cercare di far sì che i ragazzi pensino con la propria testa e non si facciano manovrare e strumentalizzare dai burattinai di turno. Proprio perché credo nella scuola (e in particolare credo in quella che mi onoro di dirigere) sono fermamente convinto che le giornate di lezione non vadano sprecate.

  10. Ma nessuno capisce che nel mondo non ci sono solo gli studenti!!!
    Io ritengo le manifestazioni ormai mezzo superato perchè insieme a persone che protestano pacificamente ci sono quei pochi (che poi tanto pochi non sono), che pensano solo a distruggere e spaccare oggetti e cantare insulti personali contro dei politici.

    Faccio solo un paio di esempi:
    1) MANIFESTAZIONE CONTRO LA RIFORMA SCOLASTICA: nella manifestazione di ieri (mi riferiscono alcuni miei compagni che sono andati) ci sono stati atti di vandalismo; macchine spinte una contro l’altra, delinquenti che saltavano sopra le macchine, persone che urlavano slogan improponibili e altro. E questa è stata una manifestazione pacifica nel suo complesso.

    2) MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO: dopo circa 2 ore di corteo, circa 200 persone sfondano il cordone di polizia e corrono in direzione del luogo dove quel povero ragazzo era stato ucciso. Ne nascono tafferugli contro la polizia, che per fortuna durano poco. Io non sono a farove del razzismo, dico solo che picchiarsi con la polizia non è proprio un segno di non violenza.

    Questi sono solo due esempi recenti, ma potrei citare altri casi nei quali la manifestazione è degenera (G8 di genova 2001). Secondo voi le persone che non sono studenti cosa pensano di queste manifestazioni. Posso darvi un suggerimento, pensano: “Guarda che mucchio di gente che non ha voglia di studiare”. Ecco perchè poi la maggior parte (ormai i giovani iniziano a scarseggiare)della popolazione poi appoggia Berlusconi, perchè vede che ad contestarlo c’è solo un mucchio di dilenquenti.
    Per finire invece di manifestare, faccio vedere ciò che di buono può fare questa generazione, perchè le persone ascoltano coloro che gli infondono fiducia. Se vuoi cambiare il mondo inizia dal tuo piccolo.

  11. preside qui si parla del suo lavoro, si parla del lavoro dei nostri carissimi insegnanti si parla di 130000 posti di lavoro in meno, personalmente ritengo che lei dovrebbe appogiarci visto che la rifforma questa volta forse tocca piu voi che noi.
    130000 sono tanti
    pensi potrebbe capitare a lei…

    Joaquin R. Ponce De Leon

  12. chiedo scusa per la storia sulla bomba… è ovvio che non è mia intenzione istigare nessuno a un gesto simile volevo semplicemente dire che una manifestazione ogni tanto non serve a nulla… non è servita a nulla quella di venerdì come non serviranno a nulla le prossime se si faranno… scusatemi per la storia della bomba

    palla

  13. Sarebbe bello vedere tutti i prof. i presidi e gli studenti per una volta uniti contro una cosa che può diventare un danno per tutti.

  14. per il 30 ottobre è prevista una manifestazione in cui sono chiamati a partecipare anche i professori, proprio accanto agli studenti, io andrò sicuramente! Spero che partecipino in molti! perchè è vero che noi studenti non provochiamo disagi allo Stato andando a manifestare, (anche se a mio parere anche l’aver contribuito a far annullare il convegno della Gelmini a Milano non è poco)quindi SPERO CHE SCENDENDO IN PIAZZA INSIEME AGLI INSEGNANTI RIUSCIREMO A RAGGIUNGERE DEI RISULTATI CONCRETI!!!

  15. Per rispondere allo Storico In Classe:
    concordo sostanzialmente sul fatto che le manifestazioni di oggi siano inutili per la violenza manifesta di cui si caricano. Guardiamo però in faccia la realtà: la pochezza di contenuti da controbattere. Ne approfitto per fare una piccola polemica. Sono venuto a contatto con la realtà dei centri sociali, e mi ha deluso non poco. Laddove mi aspettavo una fucina di creatività e voglia di fare qualcosa di VERAMENTE diverso e propositivo, non ho trovato altro che ragazzi interessati più alla Marijuana che a proporre un modello alternativo di Riforma del Lavoro, per fare un esempio. Rendiamoci conto che nella nostra generazione la tendenza a lasciar correre a aggrapparsi ad inutili nostalgismi è frequentissima. Quanti di quei ragazzi con la kefiah calata in volto leggono i giornali, si informano, discutono con persone diverse da loro ,guardano le (ahimè pochissime) trasmissioni tv libere? Se continuiamo con la rivolta sterile, perchè di questo si tratta, questa situazione non la cambieremo mai.

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