Tra i giovani della mia generazione, nei lontani anni ’70, a destra come a sinistra, andava di moda parlare di azioni violente. A furia di parlarne, qualcuno, a destra come a sinistra, prese la cosa sul serio e la violenza la praticò sino ad uccidere o ad essere ucciso.
Tra i morti anche qualcuno che conoscevo, che chiamavo per nome, con cui avevo parlato, giocato, passato del tempo. Qualcuno la cui bambina, orfana anzitempo, giocava con la mia. Ed eravamo tutti tanto giovani.
Tra i morti avrei potuto esserci anch’io, quando una molotov era stata lanciata poco lontano da me, proprio davanti a scuola, ed i poliziotti avevano risposto sparando in una via piena di studenti.
Per favore, non parliamo della violenza con leggerezza, per scherzo o per esagerazione.
Le parole non sono un innocuo giocattolo. Non basta scrivere il simbolo di una faccetta sorridente per esorcizzarle.
Da millenni lo abbiamo capito. Ricordate? Scriveva Gorgia, e su questo aveva ragione,
La parola è una gran dominatrice: anche col più piccolo ed invisibile corpo, cose profondamente divine sa compiere. (…)
L’anima viene tutta presa nell’irresistibile magia del discorso, ne viene compenetrata e trasformata.
(…)
La parola, che appunto convince, costringe la mente che ha convinta, tanto a lasciarsi sedurre da ciò che vien detto, quanto ad approvare ciò che vien fatto.
Prof la stupidità della gente non ha limiti.
Ci vediamo domani a scuola.
non si tratta di stupidità(anche se come definizione ci sta a pennello) secondo me si tratta di più di una totale mancanza di coscienza(se così posso definire una situazione in cui la persona preferisce nn riflettere e pensare bene alle conseguenze prima di agire…)
complimenti per la citazione..da filologo…