7 commenti su “L’Ugl e lo sciopero”

  1. mi scusi ma credo che il concetto di verità sia più soggettivo, e in ogni caso credo che il fatto che anche sindacati di destra partecipino allo sciopero non ne faccia necessariamente una cosa giusta.

  2. Se il concetto di verità fosse soggettivo, non ci sarebbe alcun valido criterio per distinguere il giusto dall’ingiusto e la norma sociale diverrebbe necessariamente quella imposta dall’autorità al potere, quella del più forte.
    Del resto, se tu avessi ragione e la verità fosse soggettiva, avresti torto perché ci sarebbe almeno una verità oggettiva. La tua posizione implica una contraddizione logica e, quindi, è sicuramente sbagliata.

    Il fatto che anche i sindacati di destra scioperino non implica necessariamente che lo sciopero sia giusto, ma non ti pare curioso che il governo di destra sia riuscito a metter d’accordo tutti i sindacati, di destra e di sinistra? Tutti in malafede?

  3. i sindacati salvaguardano i diritti e le posizioni dei lavoratori e, poichè il decreto Gelmini lascerà a casa molti lavoratori, è comprensibile che i sindacati esprimano dissenso; poichè se tacessero di fronte a un decreto che lascia a casa molti dei loro “assistiti” verrebbero meno al loro ruolo stesso di salvaguardare i lavoratori. Ma guardando in un ottica più vasta, che non considera solo la posizione dei singoli lavoratori che ci rimetteranno, non trovo nulla di sbagliato in molti dei punti del decreto:

    1)imporre la durata minima dell’adozione dei libri di testo alle medie a 5 anni e al liceo a 6 anni: un notevole guadagno per le famiglie che potranno rivendere i libri e acquistarne di usati.

    2)tagli alle università: in Italia abbiamo più di 150 facoltà con 1 iscritto, e più di 200 con meno di 15 iscritti. Non c’è nulla di più stupido che pagare 6 o 7 professori per un alunno.

    3)voto di condotta che potrà determinare la bocciatura se inferiore al 6: fondamentale prima ancora di saper studiare, saper comportarsi civilmente; e il voto di condotta per come è ora, è inutile, quindi o si elimina o si concretizza la sua funzione (proposta del decreto).

    4)ritorno allo studio dell’educazione civica: noi non sappiamo quasi cosa sia.

    detto questo siamo d’accordo che se lo stato ha bisogno di soldi, l’ultimo settore da cui deve attingere è la scuola, perchè forma i ragazzi ovvero il futuro.
    Non sono d’accordo neanche con la tendenza a privatizzare la scuola finanziando le scuole private e nemmeno con il tagli dei fondi alla ricerca, che è il motore di molte università.

    Tuttavia analizzando i pro e i contro, sembrano prevalere i primi.

  4. I tagli previsti da questo governo si calcolano in miliardi, gli investimenti in milioni. Son troppi gli zeri di differenza.
    I sindacati fanno bene a difendere i posti di lavoro. Del resto, lo insegnava anche un tal Keynes, chi non guadagna non può spendere e se non spende, qualcuno, a sua volta, non guadagnerà e così non potrà spendere e ci sarà qualcun altro che… Continua pure tu.
    E poi questi che gridavano «Liberismo! Liberismo!» non son più liberisti da quando la crisi ha toccato le banche e gli imprenditori. Poveri imprenditori, han tanto bisogno d’aiuto! Mentre i precari della scuola, si sa, son fannulloni.
    Del resto questa riforma si vuol fare contro i professori: “Papponi in cattedra. La scuola degli sprechi” titolava ieri Vittorio Feltri con la consueta eleganza.

    Vediamo ora quel che trovi positivo:
    1) libri: la costituzione riconosce la libertà di insegnamento. Se il legislatore mi impone di usare un libro di testo che trovo poco coerente con il mio stile ed il mio metodo di insegnamento, entra in rotta di collisione con una libertà costituzionale.
    Sembra più una garanzia per le case editrici che per le famiglie.
    Meglio, allora, il libro elettronico: costo inferiore, prezzo più basso, risparmio di carta, vantaggi per gli studenti ciechi e ed ipovedenti.

    2) università: tutti i rettori, unanimi, segnalano una situazione di grave allarme. Son tutti bugiardi?
    Qui non si sta soltanto razionalizzando, non si stanno soltanto tagliando rami secchi. Vedi il post di Cirio: https://www.istitutocalvino.edu.it/blog/?p=963

    3) voto di condotta: un’inutile foglia di fico. Non basta a nascondere la vergogna. Provvedimenti disciplinari erano già possibili. Ma i provvedimenti disciplinari non risolvono i problemi della scuola: è come scopare la spazzatura sotto il tappeto. No, peggio, è un fallimento educativo.
    Non si possono eliminare i fallimenti educativi, ma perché aggravarli?

    4) educazione civica e costituzione: hai ragione, la trascuriamo troppo, io per primo. però non la violiamo. Mentre qualcuno, molto in alto, vuole norme che lo rendano “più uguale degli altri” di fronte alla legge.

    Analizzando i pro e i contro, penso proprio che prevalgano i secondi.

  5. 2)tagli alle università: in Italia abbiamo più di 150 facoltà con 1 iscritto, e più di 200 con meno di 15 iscritti. Non c’è nulla di più stupido che pagare 6 o 7 professori per un alunno.

    questi dati che citi sono palesemente irrealistici.
    una cosa sono le facoltà un’altra i corsi di laurea.
    le facoltà comprendono più corsi di lauree, per esempio la facoltà di scienze matematiche comprende i corsi di laurea in fisica, chimica, informatica, matematica.
    in piccole università può capitare che siano iscritti 15-20 persone al corso di laurea in fisica. questa non è una buona ragione per eliminare il corso di laurea.
    se si applicano criteri utilitaristici a così corto respiro la ricerca in Italia si annulla completamente.

  6. rispondo solo al punto dei libri scolastici perchè credo che sugli altri punti il margine di discussione sia troppo ristretto causa ideologie alla base antitetiche. Comunque il provvedimento sui libri non le vieta di scegliere il libro di testo più adatto al suo metodo di insegnamento, semplicemente impedisce ai professori di cambiarlo tutti gli anni un po’ come capriccio,e soprattutto impedisce alle case editrici di rifare 200mila nuove stampe che tagliano fuori quelle vecchie, per impaginazione e struttura degli argomenti, pur dicendo le stesse cose, ma obbligando docenti e studenti ad adottare la nuova uscita.
    Riguardo al libro elettronico (sicuramente la soluzione migliore) purtroppo lo vedo un po’ lontano, non essendo il paese più tecnologico in Europa sarebbe troppo pretenzioso pensare di averlo prima di tutti (non sono informato se altri paesi lo adottano già ma nn ne ho mai sentito parlare, mi corregga se sbaglio).
    P.s. il voto di condotta nella nuova configurazione è da intendersi come un tentativo di limitare il fallimento educativo di cui parla, non pretende di eliminarlo o coprirlo.
    p.p.s il riferimento a una carica dello stato che voglia violare la costituzione per adattarla a sè, mi scusi tanto, ma suona come un luogo comune fazionistico.

  7. Non capisco questa logica, sinceramente.
    Ci sono sprechi…e loro tagliano. Ma i soldi che si mettono finiranno comunque in sprechi. Non sarebbe meglio utilizzare le risorse che già si mettono nella scuola in modo più razionale?
    Guardiamo in faccia la realtà, tagliano perchè servono i soldi…non è una riforma, e tanto meno non è un decreto “Gelmini”, è il decreto Tremonti. Non si può partire dal presupposto “devi tagliare tot” per fare una riforma.
    perchè non si tagliano un po’ gli stipendi, se hanno un così disperato bisogno di soldi?
    Eliminare un corso di laurea con un solo studente sarebbe comunque togliere a quello studente il diritto allo studio. E toglierlo anche a tutti quelli che vorranno fare quella facoltà…la scuola, la cultura, non si possono misurare coi soldi.
    Comunque non ci si può davvero fidare di gente che usa specchietti per le allodole, dichiara e ritira le dichiarazioni dopo poche ore e dice pubblicamente IL FALSO.
    Come le chiamate le dichiarazioni “Non ci saranno tagli” “Nessuno perderà il posto” (quando nel decreto è chiaramente scritto che i posti di lavoro salteranno, e i tagli ci saranno)? Io le chiamo palle di proporzioni colossali, dette tanto per prenderci tutti per i fondelli.
    Per fortuna l’Italia si è data una bella scossa, e non si sta più a guardare limitazioni di partito, si scende tutti in piazza contro un governo che punta solo all’interesse di uno (e di pochi altri…) a discapito di tutti.

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