delle gite, dello sciopero e di altre sciocchezze….

Vorrei fare alcune riflessioni spaziando a 360 come si suol dire. Chiedo preventivamente scusa se salto alcuni passaggi logici in favore dell’essere concisa.
Ieri ho partecipato, asseme ai colleghi, ai consigli di classe. In uno di questi un genitore con un lungo e nebuloso discorso ha parlato di insegnanti che hanno poca voglia di lavorare e mi è sembrato che si riferisse proprio alla sottoscritta…. Nulla di male, a chiunque può capitare questo spiacevole incidente, molti gesti che noi compiamo possono in effetti dar luogo a molteplici interpretazioni… Ma mi chiedo, dieci anni fa mi avrebbe detto lo stesso? Ho paura che da questo clima generalmente denigratorio nei confronti del dipendente “pubblico”sia difficile salvarsi.

Altra riflessione: in tutti i consigli si è parlato del fatto che non sono emerse candidature sufficienti tra gli insegnanti, per permettere agli studenti di partecipare a viaggi di istruzione di più giorni. Mi rivolgo, in questo caso, a chi insegnante non è, ma sapete che tranne in rarissime occasioni gli accompagnatori per due notti non chiudono occhio? Sapete che alcuni sono stati costretti a mettere il letto nel corridoio dell’albergo per controllare che gli studenti non passassero, nella notte, da una stanza all’altra? Sapete che qualcuno si è ingegnato per passare dai balconi? Non qui, d’accordo, ma nella storia di qualche insegnante c’è anche questo!
Quando poi si torna, moltissimi studenti recuperano la stanchezza ma noi professori no (nemmeno i poveri vessatissimi infermieri, dopo una notte di lavoro non hanno, per contratto, un recupero). Non parliamo poi delle inconsistenti indennità di trasferta soprattutto per i viaggi in Italia.

Ultimo e non ultimo punto: lo sciopero.
Ci sono molte ragioni per non partecipare e molte per partecipare. Io ho deciso di partecipare per le ragioni seguenti:
1. non mi piace la modalità di non condividere con la controparte eventuali “innovazioni”, è come se andassi in classe senza mediare con i ragazzi le mie azioni…..
2. non mi piace una “riforma” che non ha alcun respiro e il cui unico intento è il risparmio sul numero degli stipendi. Ci sono degli sprechi è vero, ma è come se in casa mia avessi un figlio che spende troppo in merendine e decido che a tutta la famiglia dimezzarò il rancio!
Date piuttosto potere a chi deve sanzionare comportamenti scorretti di farlo e sanzionateli, a loro volta, se non vigilano attentamente.
3. mi disturbano i tagli sulla scuola, ma più di tutti mi risultano odiosi i tagli sulle università, perchè si decide del futuro del nostro paese e il futuro nostro e dei nostri ragazzi. Sappiamo tutti quanti bravissimi studenti si laureino nelle nostre università ma poi se ne vadano, impoverendo il paese due volte, uno perchè hanno gravato sulle nostre tasche e secondo perchè poi non lavorano per noi. Quale azienda forma il personale per cederlo poi alla concorrenza?

Mi piacerebbe vedere un cambiamento nel modo di pensare di tutti, non facile qualunquismo (chi non è stato vittima almeno una volta di un impiegato fannullone?). il legislatore ha una possibilità enorme di migliorare le cose, anche se non è facile. perchè passano gli anni ma di cambiamenti reali non se ne vedono? Facciamoci sentire, almeno potremo dire di aver tentato.

4 commenti su “delle gite, dello sciopero e di altre sciocchezze….”

  1. Per prima cosa, saluto con grande piacere l’intervento della Prof.ssa Tinelli sul blog: speriamo che molti altri docenti ne seguano l’esempio e rendano questo luogo di comunicazione sempre più vivo e vitale.
    Chi si è permesso di avanzare sospetti sulla quantità e sulla qualità del lavoro della Prof.ssa Tinelli l’ha offesa gratuitamente senza conoscerla, magari senza volerlo (speriamo che sia effettivamente così). Si ricrederà alla prova dei fatti. E’ comunque assolutamente vero che la campagna di discredito sui dipendenti pubblici ha fatto danni gravissimi, e ce ne rendiamo conto quotidianamente. Certamente, se le normative e i contratti fossero meno permissivi, e se i dirigenti avessero esercitato continuativamente il loro diritto e dovere di controllare la presenza in servizio, valutando con attenzione la quantità e la qualità del lavoro svolto da ciascuno, non saremmo arrivati a questo punto e non avremmo dovuto subire questi attacchi ingiusti.
    Per fortuna, però, i commenti che ricevo dall’utenza sono molto spesso positivi. Nei confronti della mia persona e del mio operato, sento spesso espressioni così lusinghiere da risultare addirittura commoventi. Vuol dire che il lavoro che facciamo (tutti noi) in questa scuola riscuote effettivamente stima e consenso. Ad esempio, l’altro ieri a Noverasco due genitori di alunni diversamente abili mi hanno ringraziato per il buon lavoro di integrazione che stiamo facendo: e questo mi ha fatto particolarmente piacere, proprio per la particolarità delle situazioni in questione, e proprio per l’importanza che attribuisco alla capacità della scuola di includere e di integrare. Grazie a Dio, ci sono anche questi squarci di sereno nella nostra fatica quotidiana!
    Sulle gite: io sono del parere che non vadano fatte, tout court. Primo perché non ritengo che siano un compito della scuola; secondo, perché impongono una prestazione non o (mal) retribuita; terzo, perché non si capisce perché gli insegnanti debbano trasformarsi in guardie notturne; quarto, perché gravano pesantemente su bilanci familiari sempre più spesso deficitari. Guardo con favore, invece alle visite guidate e alle uscite di un giorno. Costano poco e valorizzano le risorse del territorio.
    Sullo sciopero non commento, ma penso che la sua personale decisione di aderire verrà largamente condivisa.
    Arrivederci sul blog!

  2. Professoressa, come non darle ragione?
    Molto spesso i commenti che vengono fatti sull’operato dei professori non solo sono fuori luogo, ma spesso inutili e chiaramente espressi con ignoranza.
    Proprio ieri leggevo su un blog di una ragazza che era d’accordo con la riforma (mi ripugna chiamarla così) Gelmini, perché quando andava alle medie aveva dei prof “terroni”: perciò secondo lei è giusto approvare la legge!
    Questo è quello che ci tocca fronteggiare, e purtroppo i primi a farne le spese siete voi delle fila dei docenti, i cosiddetti fannulloni…
    Proviamo a vedere tra gli impiegati delle poste o tra gli operatori della TARSU di Milano (mi trovo a lavorare con/contro di loro ogni giorno) che davvero succhiano soldi allo Stato, il quale non dimentichiamo, siamo tutti noi…

  3. non mi piace una “riforma” che non ha alcun respiro e il cui unico intento è il risparmio sul numero degli stipendi. Ci sono degli sprechi è vero, ma è come se in casa mia avessi un figlio che spende troppo in merendine e decido che a tutta la famiglia dimezzerò il rancio!

    Potrei persino accettare una riforma che esplicitamente dichiarasse insostenibile una spesa che va, per forza, ridotta. Mi irrita l’ipocrisia di chi ammanta di pedagogica sapienza un semplice e brutale taglio economico. Ma, per continuare la metafora, è come se in casa mia spendessimo centinaia e centinaia di euro in noleggio di DVD e io decidessi di risparmiare smettendo di comprare pane e latte.

    Consiglio poi di consultare (al di là del decreto gelmini) il Piano programmatico che trovate qui: http://dirisp.interfree.it/norme/pianoprogrammatico.htm
    con tutti i tagli di personale e ore (persino all’asilo si prevede si svolga “anche solamente nella fascia antimeridiana!) e con chicche come questa: “l’attivazioni di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali [invece di 40]. Tale modello didattico e organizzativo, infatti, appare più funzionale “all’innalzamento” degli obiettivi di apprendimento“, il che, se non ho capito male, significa che fare meno ore di scuola porterà ad innnalzare… gli obiettivi (sic!) di apprendimento.
    Per non parlare della drastica riduzione oraria in licei e Istituti. Mah…

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