Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera ai giovani italiani che partecipano all’incontro Internazionale di Mauthausen.
Questo il testo integrale della lettera del Presidente:
“Cari giovani,
la vostra partecipazione all’incontro internazionale di Mauthausen vi porta molto lontano dalla realtà odierna dell’Europa unita, dell’Europa di pace e armonia fra i popoli, in cui voi avete la fortuna di vivere.
Eppure, non è molto il tempo trascorso da quando questo era un luogo di sterminio di moltitudini di esseri umani: donne e uomini che venivano trasportati da ogni parte d’Europa in questo e in altri “lager” nazisti per trovarvi la morte, come animali condotti al macello. La Shoah, l’eliminazione di tutti gli Ebrei, decisa e realizzata dalla Germania nazista con l’appoggio dei regimi suoi alleati, fu una tragedia immane, che non ha precedenti nella storia d’Europa. Le vittime furono 6 milioni.
Non è facile per voi accettare ciò che è stato, trovare una risposta alle domande che in questo luogo e in questo momento vi ponete.
Sappiamo bene ciò che voi oggi vi chiedete, perché, prima di voi, noi ci siamo posti le stesse domande.
Come ciò è potuto accadere?
Come è potuta scaturire, dall’interno della nostra antica civiltà, e come può essersi imposta a popoli di grandi tradizioni culturali, una tale dottrina di morte?
Come può essere stata organizzata una tale gigantesca macchina operativa per l’annientamento preordinato di milioni e milioni di persone, private della loro identità umana ancor prima che della loro vita?
Sia Primo Levi che Elie Wiesel hanno detto: comprendere è impossibile; conoscere è necessario.
Questo è il compito amaro, angoscioso, che voi oggi affrontate. Vi è stato proposto, e voi avete accettato di compiere, questo pellegrinaggio, nella convinzione che occorre conoscere il passato, affinché esso non possa ripetersi.
Trasmettere, da una generazione all’altra, la memoria del nostro passato non è un rito che si tramanda. E’ un dovere che si ha il dovere di adempiere.
Non dimenticate che fu la scoperta dei campi di concentramento e di sterminio, insieme con lo spettacolo delle immani distruzioni belliche, e il ricordo delle decine di milioni di morti provocate dai conflitti del secolo, che spinse i sopravvissuti, di tutte le nazioni, a dire: mai più guerre tra noi.
Fu allora che ebbe inizio, appena mezzo secolo fa, l’opera non facile di costruzione di nuove istituzioni di pace, ancora incompiute, ma oramai estese a quasi tutti i popoli del nostro continente.
Toccherà a voi, nel corso della vostra vita, il compito di completare l’opera; e quello, forse ancora più difficile, di portare, con impegni ed azioni concrete, in un mondo ancora insanguinato da troppi conflitti, il nostro messaggio di pace”.