Cominciamo da noi, qui ed ora

L’idea della cogestione, così come viene proposta, non mi piace e non mi interessa. Nel migliore dei casi sarà una cattiva imitazione della scuola, solo con “prof.” peggiori dei soliti prof. e studenti più demotivati dei soliti studenti; l’unica differenza, la composizione delle “classi” e la disposizione dei banchi.
Ma al pessimismo dell’intelligenza che, a quanto leggo, mi accomuna al nostro Preside, voglio associare l’ottimismo della volontà. Prendo in considerazione un tema, quello della devastazione ambientale, e provo a calarlo nella concretezza del nostro microcosmo scolastico; infatti, mi chiedo, che senso ha disquisire sullo stato del pianeta e sulle responsabilità generazionali se io e la comunità in cui vivo non facciamo nulla per invertire il corso delle cose, cominciando a cambiare certe nostre abitudini e incalzando altri perché facciano altrettanto? E allora ecco quattro proposte concrete e attuabili.

1) Organizziamo la raccolta differenziata dei rifiuti all’interno della scuola, nelle aule, nei corridoi, ovunque. Richiediamo i contenitori adatti, anzi pretendiamoli, ma per poi utilizzarli sul serio.
2) Limitiamo gli sprechi energetici: quante volte in classe, in aula prof., negli uffici di segreteria, al bar, in biblioteca sono accese le luci elettriche e magari sono abbassate le tapparelle o le veneziane?
3) Veniamo a scuola in bici o a piedi, lasciando a casa auto e moto. E’ avvilente lo spettacolo delle 8, quando l’ingorgo di fumo e lamiere, fuori e dentro i cancelli, quasi impedisce di camminare e respirare.
4) ripuliamo la discarica a cielo aperto che si è accumulata sul lato est dell’edificio scolastico (e non solo lì) e, soprattutto, evitiamo che si riformi alimentata dal lancio strafottente di lattine, contenitori, cartacce, pacchetti di sigarette, ecc.

E’ un programma minimalista, me ne rendo conto, meno seducente e molto più impegnativo di gruppi di discussione (?) su “musica” o “sesso e disagio giovanile”; ma so che se venisse utilizzata una “cogestione” per progettarlo e metterlo in atto (nel qual caso una mattinata mi sembra più che sufficiente) non solo rappresenterebbe una significativa novità, ma offrirebbe anche il vantaggio di poterne misurare l’utilità e l’efficacia. Il rappresentante degli studenti batta un colpo.
Come le guerre civili sono le più sanguinose, così le battaglie contro se stessi sono le più ardue: si tratta di lottare contro le proprie pigrizie e abitudini, di mettersi in discussione e impegnarsi per modificare comportamenti sbagliati, dannosi o semplicemente conformisti. Credo che, almeno una volta, valga la pena provarci.

10 commenti su “Cominciamo da noi, qui ed ora”

  1. caro prof. cappellini, finalmente trovo dopo tanti anni una critica costruttiva di un professore sull’autogestione!

  2. Sono d’accordo con lei, ma, come ho già detto altre volte, io sono il rappresentante degli studenti, non il loro capo supremo.
    Quindi non posso decidere io per gli altri, e credo che se queste proposte fossero arrivate prima magari ci saremmo potuti organizzare.
    Purtroppo siamo già a metà marzo quasi, e il tempo rimasto è troppo poco.
    Credo anche che le proposte fatte da lei non abbiano bisogno di una cogestione per essere richieste.
    Bella
    zac

  3. Io sono d’accordo con la proposta del Prof. quindi sarei anche disposto a saltare un giorno di cogestione per progettare questa iniziativa…Certamente nn parlo a nome di tutti gli studenti,ma sono sicuro che una parte di noi accetterebbe volentieri questo incarico..

  4. innanzitutto vorrei sottolineare quanto le proposte nella nostra scuola siano poche, se non inesistenti…quindi fà molto piacere sentirne qualcuna interessante ogni tanto, ancora di più se vengono da un professore che potrebbe “fregarsene”. Riguardo alla proposta della raccolta differenziata mi sembra il modo migliore per dare il nostro piccolo apporto all’ecosistema, mentre per la proposta di una scuola senza auto o moto sono già più scettico e credo che quest’idea incontrerà più ostacoli.
    Aspettiamo di sentire una decisione comune a riguardo.

  5. Visto con i miei occhi, dalla finestra del mio ufficio proprio oggi: due bicchierini del caffè abbandonati da ignoti, con la solita maleducazione, uno sul davanzale della finestra della biblioteca, l’altro sul selciato del cortile, appena fuori dalla porta d’entrata della scuola. Sono scesi, uno dopo l’altro, due bidelli, di sesso diverso, ciascuno di essi con un sacco nero di spazzatura raccolta sui piani. Non possono non aver visto quei due bicchieri di plastica, che stavano l’uno davanti e l’altro proprio sotto al loro naso. Né l’uno/a né l’altro/a si è degnato/a di raccoglierli e di buttarli nel sacco: forse non gli toccava, non era zona di loro competenza. Oppure, semplicemente, non gliene fregava niente.
    Sabato mattina, al convegno conclusivo del progetto “S.IN.OF.F.” organizzato dalla 5B ITC, nel cortile a nord dell’auditorium stazionava vistosamente, da giorni indisturbato, un voluminoso sacchetto di supermercato pieno di spazzatura. Il preside (che ha sempre gente addosso che lo costringe a stare barricato nell’ufficio) non aveva avuto il tempo di gridare affinché lo togliessero.
    Le scarpate (tanto a est quanto a ovest) vengono ripulite solo una volta tanto, per gli “open days” o a fine anno scolastico, spesso su sollecitazione del preside e quasi sempre ad opera di pochi volonterosi (a cui vanno, come sempre, la mia stima e la mia riconoscenza). Sono d’accordo su tutte le iniziative proposte da Cappellini, perché la sporcizia è riconducibile alla maleducazione degli studenti: ma anche i cosiddetti “lavoratori della scuola” non brillano certo per attaccamento al dovere.
    Se pulissero come si deve, starebbero anche all’erta, durante gli intervalli; richiamerebbero gli studenti affinché utilizzino i cestini dei rifiuti, e di spazzatura sparsa in giro ce ne sarebbe meno della metà.
    Di fronte a tanto menefreghismo e a un così cattivo esempio dato dagli adulti, c’è molto da fare per arrivare non dico alla raccolta differenziata, ma almeno alla raccolta.

  6. I bicchierini sono ancora lì. Una mano pietosa ha raccattato quello che stava per terra, e l’ha depositato dentro a quello che stava sul davanzale. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.

  7. Premessa:pulizia ed ordine sono segno di buona educazione e noi tutti ci impegnamo ogni giorno, ma ormai da tempo con poco spirito per le continue accuse.
    Il voluminoso sacchetto del supermercato pieno di spazzatura non era altro che un ammasso di cemento.
    Il collega di sesso maschile a fine turno di servizio ha depositato momentaneamente il sacco fuori dall’ ingresso, dopo la timbratura del cartellino ha ripreso il suo sacco ponendovi i due bicchierini all’interno per poi gettarlo nel cassonetto dell’immmondizia, ma purtroppo il giorno dopo altri due bicchierini sono riapparsi sul davanzale ponendo così l’equivoco. Nei fossati est ed ovest sono presenti nel terreno delle buche dove topi e bisce fanno i loro nidi, ringraziamo i pochi colleghi che con coraggio quelle poche volte all’anno li ripuliscono.

  8. I bivaccatori ringraziano per aver alleggerito le nostre mansioni togliendoci le “supplenze ata”. Micaela Galli, Lucia Nacci, Nadia Iannotta, Lucia Di Venosa,Enrica Salvaderi, Francesco Pantusa, Loredana Cantavenera, Gabriella Guzzardi, Lorena Pizzoccaro e, dalla notte, Amorevole Nunzia

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