So che il mio post ouò sembrare fuori luogo in un momento molto triste per il liceo, ma ci tenevo comunque a scrivere qualcosa di molto importante. Io non conoscevo la prof.ssa Gritti, l’ho solo intravista non più di tre volte in due anni e mezzo, ma ci tengo comunque ad unirmi al dolore che tutti provano per la sua scomparsa.
Quella che scrivo io, comunque non è una bella notizia, per l’uomo e per lo sport: resto sconcertato dalla decisione su Oscar Pistorius da parte della Iaaf: niente Pechino 2008 per Oscar Pistorius, l’atleta sudafricano con due protesi al posto delle gambe; queste infatti sono un vantaggio rispetto ai “normali” atleti. Roba da non credere, ci sarebbe da ridere in circostanze diverse: a questo punto mi rivolgo a te, caro Oscar!
Che stupido sei stato a nascere con una malattia congenita per cui da piccolo hai perso entrambe le gambe! Che stupido sei stato a voler farti accettare dalla comunità dei cosiddetti “normali”, cercando di superare il tuo handicap con delle costosissime protesi!
Che stupido sei stato a illuderti che una società profondamente conservatrice, retrograda e progressofoba, ti accettasse per quello che sei: un diverso, un disabile (per non dire peggio), un malato!
Sei uno stupido! Stupido e basta! Non meriti di avere la fama che hai, che ti sei costruito grazie ai tuoi sacrifici, grazie alla voglia di essere uomo ancor prima che atleta!
Nonostante tutto io ti ammiro ancora, e continuerò a farlo finché avrai la forza di correre, ma soprattutto di urlare contro le discriminazioni.
Il tuo più grande fan
Valentino
non c’è niente di fuori luogo in quello che hai scritto…anzi la prof gritti era una sportiva e probabilmente si sarebbe unita ai tuoi pensieri!
ciao
Luca
VISTO CHE SONO UN ATLETA PRATICANTE CI TENEVO A FARTI LEGGERE QUESTO ARTICOLO PUBBLICATO SUL SITO DELLA FEDERAZIONE! GIUSEPPE PINTAVALLE
“Buongiorno, sono Daniele Bonacini, amputato sotto il ginocchio da ormai 15 anni in seguito ad un incidente stradale, atleta protesizzato nelle discipline veloci da ormai 10 anni, campione italiano dei 100m, atleta paralimpico di Atene 2004 e ingegnere meccanico. Da tre anni ho iniziato un Dottorato di ricerca presso il Politecnico di Milano nel gruppo del professor Cugini, per studiare le protesi ortopediche utilizzate da soggetti amputati di arto inferiore soprattutto in ambito sportivo: la mia tesi riguarda infatti l’analisi biomeccanica dello sprint di soggetti amputati e la progettazione di un nuovo piede per correre. Al mio lavoro di tre anni, basato sull’analisi della biomeccanica della corsa di 8 atleti tra cui 5 amputati e 3 normali, ha partecipato un team di esperti: Ing. Farina e Ing. Vorazzo di AURION, distributrice in Italia del sistema optoelettronico VICON per l’analisi cinematica del movimento, Ing. Gorlero e Ing. Marzo e Ing. Giulio di KISTLER, produttrice di pedane piezoelettriche per la misurazione della forza scaricata al terreno, l’Ing Dalla Vedova, il Dott. De Angelis della sezione di analisi biomeccanica diretta dal Dott. Faina e dal Dott. Dal Monte dell’ISTITUTO DI SCIENZA DELLO SPORT del CONI nell’interpretazione dei risultati e il Sig.Kuris, Resp. settore salti del Comitato Paralimpico Italiano ed ex atleta paralimpico. E’stata consegnata alla fine degli studi una relazione di circa 100 pagine al Comitato Paralimpico e all’ISTITUTO di SCIENZA dello SPORT del CONI.
I TEST DI BRUGGEMANN : Dalla ormai celebre gara dei 400m di Oscar al Golden Gala, la stampa parla quasi quotidianamente della questione Pistorius, spesso a sproposito o dando voce a pseudo esperti del settore che non conoscono nulla di materiali compositi, di protesi ortopediche e di biomeccanica e da ultimo la IAAF chiamata a dirimere la questione relativa alla partecipazione di Pistorius alle Olimpiadi di Pechino tra gli atleti normodotati, si è avvalsa della consulenza del Dott. Gert Peter Bruggeman per redigere una relazione tecnica sui vantaggi/svantaggi che l’atleta ha nei confronti di atleti normali. Il direttore dell`istituto di biomeccanica dell`università di Colonia è certamente un esperto di biomeccanica, ma senza una esperienza documentata nell’analisi biomeccanica di soggetti amputati o di protesi ortopediche. Non capisco perché non è stato affidato lo studio a esperti del settore del calibro di Buckley, Cerniecky o Geil che hanno compiuto studi, pubblicati nel corso degli ultimi dieci anni sulle più autorevoli riviste scientifiche mondiali (Arch Phys Med Rehabil, American Journal of Physical Medicine and Rehabilitation, Journal of Biomechanics) come da bibliografia allegata alla fine.
Gli aspetti interessanti della vicenda sono tre:
1. «Quello che ho potuto rilevare dai test è che l`uso delle protesi in fibra di carbonio garantisce a Pistorius un vantaggio meccanico per quanto riguarda l`energia restituita dalla lamina, dalla parte terminale delle protesi, paragonato a quanto avviene per l`articolazione della caviglia umana nella situazione di velocità massima propria dello sprint» spiega Bruggeman. I suoi risultati relativi all’efficienza dei piedi protesici in fibra di carbonio contraddicono tutti gli altri studi compiuti negli ultimi dieci anni della comunità scientifica internazionale; infatti durante la corsa i normodotati immagazzinano energia tramite il tendine d’achille e l’arcata plantare del piede e i piedi meccanici per le protesi funzionano con lo stesso principio funzionale, ossia l’energia viene immagazzinata e restituita durante la fase di avanzamento; un piede protesico da correre raggiunge circa l’80%, paragonabile all’efficienza dell’apparato muscolo-tendineo dell’arto inferiore di circa l’80-90%, ma non è dotato di una attiva ed efficace dorsi-plantarflessione, la rotazione della caviglia verso l’alto e il basso, che consente al piede umano di triplicare l’efficienza raggiungendo circa il 241% di efficienza, mentre il piede protesico si ferma all’80% non avendo lo “snodo” alla caviglia, ma un semplice ammortizzatore paragonabile ad una molla.
2. l’esimio esperto dichiara di aver fatto “dei test biomeccanici attraverso telecamere ad alta velocità posizionate in diversi punti per misurare l`azione simultanea delle diverse forze, il lavoro delle articolazioni e l`energia da esse sprigionata”. Innanzitutto le telecamere ad alta velocità hanno dei seri limiti rispetto alle telecamere a infrarosso come quelle dei sistemi optoelettronici che emettono un segnale, che rimbalza sul marker posizionato sul punto di repere anatomico dell’atleta, ad esempio epicondilo femorale, malleolo, ecc, e ritorna alla telecamera; in questo modo è possibile avere l’esatta posizione del marker nello spazio nei diversi istanti di tempo; questo consente di ricostruire le traiettorie dei vari segmenti corporei e di valutare la cinematica della corsa. Le telecamere ad alta velocità non danno informazioni quantitative precise, ma solo qualitative. Inoltre sarebbe interessante vedere un un report con le forze scaricate al terreno registrate dalle pedane interrate di cui l’esperto non parla e che sono necessarie per ricostruire la dinamica inversa e quindi poter valutare l’efficienza, definita come rapporto fra potenza assorbita e potenza rilasciata rispetto al ginocchio o alla caviglia. Le due figure riportate rappresentano la curva della potenza alla caviglia e al ginocchio del piede Cheetah di Ossur nell’analisi fatta da Bucley. Dal rapporto fra le aree negativa, area compresa tra asse x e curva, e positiva, area compresa tra asse x e curva, deriva l’efficienza.
3. Parlando di energia sprigionata, sarebbe curioso conoscere se l’esperto biomeccanico ha posto degli strain-gage sul piede in fibra di carbonio in grado di rilevare le deformazioni che consentono di valutare nel diagramma sforzideformazioni l’energia elastica accumulata e liberata dal piede. Tutti gli esperti parlano di un dynamic elastic response (DER) dell’80%. Le protesi non comportano un vantaggio per Pistorius in generale, ma semplicemente Pistorius ha nel tratto finale dei 400m una velocità di corsa costante rispetto agli atleti normali; nell’ultimo tratto del “giro della morte”, i normodotati cercano solamente di arrivare limitando i danni, pieni di acido lattico, che Oscar produce in quantità inferiore avendo gli arti amputati di 10cm e un polpaccio non sviluppato muscolarmente come gli atleti normali. Oscar in sintesi corre veloce quando gli altri rallentano, il tutto è provato dai rilevamenti fatti dal Sig. Locatelli della IAAF, messi a confronto con Wariner e pubblicati sui giornali nei giorni successivi del Golden Gala: Jeremy Wariner 400m 44,12 s Primi 200m, tempo 21,64 s, velocità 9,24 m/s Secondi 200m, tempo 22,48 s , 8,89 m/s Tratto 200-300 m, seconda curva, tempo 10,68 s, velocità 9,36 m/s ultimi 100m tempo 11,80 sec e velocità 8,47 m/s Oscar Pistorius (Golden Gala 2007) 46”90 s Best time 46,78 s Primi 200m tempo 24,06 s e velocità 8,31 m/s secondi 200m tempo 22,72s e velocità 8,80 m/s Tratto 200-300m, seconda curva tempo 10,84 s e velocità 9,22 m/s ultimi 100m tempo 11,88 s e velocità 8,41 m/s Perciò Oscar perde su tutti i parziali dei 400 m e soprattutto circa 2,42 sec nei primi 200m perché meno veloce ( 8,31 contro 9,64 m/s), perché ha una falcata inferiore ai soggetti normali e pari a circa 1,2-1,5 metri, quando a velocità massima raggiunge i 2,04 metri., mentre i normodotati ne hanno una di 2mt e a regime di 2,5 mt. La causa è l’instabilità nei primi appoggi con i piedi protesici. Nei secondi 200m, quelli tanto discussi, avvicina solamente, senza mai raggiungere i tempi e le velocità di Wariner per circa 0,24 sec. Rapportati agli antagonisti del Golden Gala è utile fare un confronto con l’atleta che vince la batteria, per capire che Pistorius non riesce a guadagnare nei secondi 200m ciò che perde nei primi 200m. Perciò una obiettiva valutazione non dovrebbe far altro che quantificare, con la strumentazione adeguata, il reale svantaggio nei primi 200m e il recupero dello svantaggio nei successivi 200m, in modo da poter capire se nella globalità dei 400m esiste un effettivo vantaggio per Oscar. Bruggeman dice: “sotto il profilo meccanico, correre ad alta velocità con quelle protesi garantisce un vantaggio al livello dell`articolazione della caviglia. Ma probabilmente è anche svantaggioso a livello dell`articolazione dell`anca e del ginocchio”. Dopo l’errata valutazione dell’efficienza della caviglia valutata da Bruggeman pari al 90% contro il 60% della caviglia umana, rispetto a quanto riportano tutte le altre pubblicazioni scientifiche, 80% contro 241 % finalmente l’esperto pone l’accento sulle articolazioni di anca e ginocchio. Quando il piede meccanico della protesi tocca il terreno, la muscolatura dell’anca dal lato della protesi deve avanzare in modo da compensare una forza contraria alla direzione di avanzamento, ricevuta dal terreno: infatti la forza di reazione è anteriore rispetto alle articolazioni di anca e ginocchio; in assenza della plantarflessione caratteristica del piede umano, l’articolazione dell’anca di un soggetto protesizzato compie un lavoro di circa tre volte superiore rispetto al lato dell’arto sano, dimostrato dai test fatti con l’EMG da esperti internazionali e disponibili in bibliografia allegata. Inoltre esistono dissipazioni energetiche legate all’assorbimento di energia da parte del moncone in seguito a contrazione isometriche da parte dei muscoli residui e legate al materiale polimerico della cuffia, guaina protettiva del moncone all’interno dell’invaso.”
pintazen il documento che hai riportato è molto preciso, ma ato il linguaggio un pò tanto complesso onestamente non riesco a capire esattamente che cosa sostenga…se pistorius abbia diritto a correre o no…
comunque sia, di pistorius io penso vada fatto correre…anche nella minima possibilità che le protesi gli diano un vantaggio…
e non lo dico per “buonismo”, per dire “ha avuto la sfiga fategli vincere qualcosa”…
lo dico per 2 motivi:
a) è evidente che chiunque corra più veloce degli altri possa essere avvantaggiato…se facciamo una gara di corsa io e jeremy wariner non ci può essere competizione, perchè lui rispetto a me è avvantaggiato: ha un fisico più adatto e anni di allenamento nelle gambe. se voglio batterlo devo allenarmi…
allo stesso modo se pistorius batte wariner, vuol dire che quest’ultimo deve allenarsi molto di più per battere il primo…e se l’allenamento on basta…arriverà secondo…in fondo lui a sua volta sarebbe avvantaggiato rispetto al terzo…
ma posso capire che questa mia idea potrebbe essere facilmente criticabile…
quindi altro motivo
2) va fatto correre non per un motivo sportivo, ma per un motivo sociale…pensate a quante persone disabili esistono su questo pianeta…e quante di loro sono convinte di avere dei seri limiti che non supereranno mai…immaginate se vedessero uno di loro correre contro dei normodotati e magari pure vincere…vorrebbe dire speranza
ma forse siamo ancora troppo ottusi per far sentire i disabili persone come tutti noi…preferiamo farli sentire in imbarazzo riempiendo le città di barriere architettoniche…
ciao
Luca
Vorrei sapere se c’e qualcuno che ha subito una
amputazione tipo syme e urgente grazie
Ciao io sono quello che le ha provate tutte.
Nell’incidente ho perso l’avampiede poi a causa della necrosi una “bella Pirogoff” e poi per non farmi mancare niente il 4 dicembre 2008 mi hanno fatto la Syme.