AUTO O COGESTIONI O NULLA?

Aggiungo qualche parola mia.
Le discussioni fra me e il rappresentante di istituto sono state tutte costruttive: nel senso che abbiamo sempre parlato di cose da fare e io (da povero vecchio) ho fatto anche alcune proposte di argomenti o problemi sui quali si potrebbe assolutamente bene e positivamente gestire o cogestire o autogestire. Purtroppo queste idee non hanno trovato seguito presso la “base” studentesca. Ora il rappresentante si è giustamente stufato di venire in presidenza a verificare l’impraticabilità di proposte della suddetta “base”, che ricalcano pari pari il cazzeggio (scusate il termine un po’ brutale) degli ultimi anni trascorsi. Dietro la pretesa di ripetere le esperienze degli anni passati io non riesco a leggere altro che la volontà di prendersi della vacanza, e basta.
E’ stato anche chiesto al preside di “concedere” più giorni di quelli stabiliti dal regolamento per la cogestione (due): ma – piccola lezione di diritto – il regolamento di istituto non è una costituzione octroyée come lo Statuto Albertino, bensì un patto fra le tutte le componenti della scuola (genitori, studenti, docenti, ata, preside) discusso e stipulato in consiglio di istituto: e in uno stato di diritto (quale è, o meglio dovrebbe essere, il nostro) le regole valgono per tutti, non esiste nessun dittatore e nessun sovrano che possa decidere a piacimento quando rispettarle e quando ignorarle. Men che meno il preside, che è invece il garante del rispetto delle regole.
Concludo rendendo pubbliche alcune delle proposte che ho fatto:
a) un’assemblea sulla nuova normativa sui debiti, invitando politici e/o esperti a favore o contro (io come è noto sono contro): esperti a cui chiedere magari come ci azzeccano queste innovazioni con il nuovo obbligo di istruzione, oppure riflettere insieme a loro su tutto ciò che non va (e non è poco) nell’attuale sistema di valutazione, chiedendosi se nel ventunesimo secolo ha un senso tenere in piedi questa parodia della scuola autoritaria;
b) visto che nel 2009 si vota a Rozzano e nel 2008 a Opera per il rinnovo delle amministrazioni locali (compresa nel 2009 la provincia di Milano), aggiornarsi o informarsi con l’aiuto dei docenti su
– compiti della provincia e del comune (principali norme del T.U.E.L., decreto legislativo 112 del 1998, e soprattutto nuovo titolo V della Costituzione);
– modalità di elezione del sindaco e del presidente della provincia (legge 81 del 1993);
– riflessione, da fare in presenza di politici locali, su come mai i giovani rifuggono dall’attività politica: hanno spazio? questa politica è repellente o presentabile? è ancora possibile, ai vari livelli, una politica per il cittadino e non per l’occupazione del potere?
c) caso inceneritore o “termovalorizzatore” come pudicamente si dice: sì? no? dove? quando?, il tutto invitando il comitato del “no”, i fautori del “sì” e dei tecnici non schierati per capire meglio;
d) caso Papa /La Sapienza: errori bipartisan e opportunistiche strumentalizzazioni; pubblici peccatori, gestori di tessere e clientele, noti concubini, tutti in piazza San Pietro per difendere dai “deficienti” la libertà di espressione del Papa e della Chiesa, che nel nostro paese è coartata e repressa;
e) per gruppi ristretti di studenti interessati a una bella “tesina”, allestimento per il 25 aprile di una mostra di materiali d’epoca (da selezionare fra giornali, manifesti, cimeli) che un amico collezionista metterebbe a disposizione.
Anche se sono ormai irrimediabilmente distante (e ahimé di gran lunga) dal mondo giovanile, non mi sembra che tutte queste idee siano proprio da buttar via: ma si sa, bisogna lavorarci sopra, prepararle, attivare contatti ed inviti. Meglio dunque, secondo gli studenti vecchi ai cui la scuola vecchia ha evidentemente inoculato il virus del conservatorismo e della burocrazia, tornare allo schema classico del “capogruppo” che va nel gruppo con una fotocopia in mano, scaricata da internet, a supplicare i “raga” che lo stiano ad ascoltare almeno un minuto, esattamente come l’insegnante che va in classe a far lezione; meglio il “servizio d’ordine”, incaricato della vigilanza e di buttar dentro quelli che escono nei corridoi, pedissequa imitazione del faticoso lavoro quotidiano dei bidelli. Perché nulla nella scuola deve cambiare. Mai.

2 commenti su “AUTO O COGESTIONI O NULLA?”

  1. Beh, c’è da dire che effettivamente ultimamente vedo di più il preside, che ormai in amicizia chiamo Marchino, che i miei genitori!
    Scherzi a parte, non è che mi sia stufato, ma il problema è che io ho ripetuto tante volte le stesse cose, e purtroppo non si può cercare di fare qualcosa di costruttivo in 15 al collettivo!!!
    Ora, anche scrivendo un post sul blog della scuola, “linkandolo” a tutti quelli che conosco della scuola, non c’è stato nessuno (Cito e Mara a parte) che abbia espresso la propria idea, che mi abbia chiesto chiarimenti o che mi abbia criticato!
    Viviamo in una scuola passiva, dove se si fa autogestione la si fa passivamente, e se il rappresentante non la fa è uno sfigato che non ha le palle di affrontare il preside, ma comunque passivamente si accetta la cosa ovviamente dando la colpa a qualcun altro.
    Detto questo, spero che la gente legga, si faccia una idea e me la esponga!
    Per quanto riguarda le assemblee di istituto le ho già detto che ci saremmo mossi comunque in quelle direzioni, poichè sono molto interessanti.
    Per ultimo vorrei rispondere a Mara, che ha commentato il post scritto da me, non voglio criticare il passato e non fare nulla per costruire ora.
    Il problema è che il passato c’è, esiste, ed è sotto gli occhi di tutti, e quello successo l’anno scorso ha comportato una notevole caduta di credibilità da parte di noi studenti agli occhi di molti professori, anche quelli che sempre ci hanno appoggiato e sostenuto.
    Bella,
    Zac

  2. ciao a tutti, sono sofia e
    e sono rimasta molto sconcertata dall’assemblea che si è svolta stamani nell’istituto.
    Per quel che mi riguarda l’autogestione in questa scuola sarebbe una novità visto che è il primo anno che mi trovo qui.
    Oggi mi sono resa conto però che nessuno ha voglia di organizzarla, certo, è anche ver,o che magari negli anni passati è stata un pretesto di casino e vacanza,ma se abbiamo eletto dei rappresentanti è perchè crediamo che loro possano migliorare questa scuola anche sotto questo aspetto! Quindi dire in partenza che l’autogestione non si fa perchè inutile è solo un “fallimento” perchè nessuno ha cercato di renderla migliore.
    Inoltre non mi è chiara la posizione del rappresentante Zangara che dice che lui è contrario ma che se vogliamo lui la organizzerà. Bisognerebbe che lui fosse meno vago e che o facesse votare la gente o prendesse lui la decisione in quanto nostra rappresentante.

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