Anche quest’ anno al 20 di Novembre si sono tenuti i temutissimi consigli di classe, dove si è parlato della situazione della classe.
Classe 5 B, liceo, 3 ora.
La professoressa Strati, la coordinatrice, consegna le temutissime convocazioni.
Ma io dico, siamo in quinta, abbiamo 18 anni (vabbè io 20 ma fa niente), e credete sia ancora necessario convocare i genitori?
I professori si riempiono la bocca da almeno un anno ormai con parole come “responsabilità”, oppure con discorsi quali “ormai siete grandi, se volete studiare studiate se no fatti vostri” e poi?!
Inoltre, e parlo per esperienza personale, è (purtroppo) il settimo anno che durante la consegna delle lettere ci siano lamentele (giustificate) sul fatto che non si possano creare allarmismi a Novembre con una situazione in alcune materie rispecchiate solo da un voto.
Allora mi chiedo se sia ancora necessario dover allarmare molte famiglie per delle situazioni recuperabilissimissime, soprattutto tenendo conto del fatto che non tutti i genitori sono uguali, comprensibili e aperti mentalmente, molti genitori vedendosi arrivare convocazioni da parte della scuola, si preoccupano, si arrabbiano e tirano conclusioni a volte esagerate.
Pensateci,
Bella
Zac.
Simpatiche osservazioni.
Forse, per far capire quanto abbiamo torto con le nostre convocazioni, avresti potuto scrivere meglio. Ma non voglio cavarmela così a buon mercato.
Siete maggiorenni, è vero, però i vostri genitori continuano a svolgere un ruolo decisivo nella vostra vita. Non è giusto che sappiano?
Siamo soltanto a novembre.
Per fortuna!
Non sono pochi quelli che tendono ad adagiarsi fino a quando non suona il campanello di allarme. Prima suona, meglio è.
Ad ogni modo, se le convocazioni danno fastidio, dimostratemi che sapete recuperare in fretta, che sapete ottenere ottimi risultati. Sarò il primo a chiedervi scusa.
Beh innanzitutto grazie x aver risposto, e anke d aver detto k n so scrivere!
Vaaaaaaaaabè, comunque non dico che non siate disposti a farci recuperare, anzi…ma comunque i genitori la nostra situazione la conoscono tramite il libretto no?!e ormai in 5 i professori conoscono gli alunni, ed è giusto che comunque lascino loro la responsabilità di dover studiare senza dover fare la “spia” con i genitori…e allarmarli.
tutto quà
Essere adulti vuol dire assumersi delle responsabilità e farvi fronte: quindi è ovvio che delle solite “lettere” si dovrebbe fare a meno perché i nostri giovani adulti dovrebbero, del tutto normalmente, far regolarmente fronte ai loro doveri. Invece gli studenti neomaggiorenni (non solo quelli di 5B, non solo quelli del liceo) pretendono di essere lasciati riposare in pace senza che i professori si permettano di coinvolgere coloro (i genitori) che continuano a lavorare per pagare il conto delle loro dormite.
Se questo è l’atteggiamento, spero davvero che i genitori “letterati” siano davvero poco “comprensibili” e tolgano ai reprobi la paga settimanale, la macchina, il computer, la ricarica del cellulare, i jeans firmati e strappati nei punti strategici, le scarpe di marca ultima moda, le felpe, le mutande con targa D&G da esibire calando i calzoni, la gita scolastica, il mare, i monti, i regali di Gesù Bambino… e che li portino con sé, per una giornata, al lavoro: perché si degnino almeno di guardare come si fa.
In generale il nostro preside ha ragione, ma Zacca e altri sanno già come si fa. E non per aver guardato.
Io stimo questi giovani che senza clamore affiancano allo studio più o meno quotidiano un più o meno quotidiano impegno di lavoro, però non credo si possa decidere di mandare la convocazione soltanto ai genitori degli studenti che non lavorano.
La convocazione non è un gesto di guerra, ma una scialuppa di salvataggio.
E gli allarmi servono, purtroppo non sempre, a salvare l’anno.
Di fronte a quello che ha detto lei non posso replicare.
E’ vero, i genitori ci pagano la scuola e noi dovremmo ripagarli in voti (perchè è quello che alla fin fine conta nella scuola).
però credo che ritenere alcune situazioni gravi per un voto solo sia sbagliato.
Poi ognuno ragionca on la propria testa e a volte nemmeno un genitore può farci nulla (esperienza personale).
Distinti saluti,
Zacca
Aaaaaaaah
comunque io non ho mai parlato di punizioni più o meno severe.
Ho solo parlato di allarmismi esagerati…
Tutto quà.
Su QUI e QUA l’accento non va, e non va nemmeno su “va”, quando è indicativo presente terza singolare; ha invece l’apostrofo – non l’accento – quando è imperativo presente seconda singolare: VA’ è apocope di VAI, come FA’ è apocope di FAI (e lasciamo perdere il complemento di moto a luogo che solitamente vi si aggiunge, non per pudore ma per non dover anche introdurre, in un’unica lezione, anche il concetto di aferesi: ‘N per IN…) come PO’ è apocope di POCO, come BE’ è apocope di BENE, come SO’ è apocope di SONO – indicativo presente terza persona plurale – nell’italiano antico: ricordate le “Laudes Creaturarum” di San Francesco? “Tue so’ le laude, l’honore et onne benedictione”… e si prega di marcare come dovuto il raddoppiamento fonosintattico nella lettura ad alta voce in cui la frase va letta come un continuum e non come successione di parole staccate, cioè: “tuesollelaude”).
Accolgo ben volontieri le precisazioni di Paganini e sono ben felice di apprendere che in 5B grondano copiose gocce di sudore: ma allora Zacca ha ragione, perché se lo studente si impegna non lo si deve letterare, gli si deve dare fiducia e attendere che i frutti maturino, perché se uno è in quinta e lavora i risultati arrivano ed è solo questione di tempo, di pazienza e di sostegno da parte nostra. E attenzione: il risultato non è costituito dai voti! Non lo è per noi, non lo è per i genitori, che (posso assicurarlo) al di là dei risultati scritti in pagella si specchiano con orgoglio nei loro figli e nelle lore figlie, quando dimostrano di essere delle brave e belle persone.
Dato che in qualche modo sono riuscito ad avere una risposta esauriente dal solito prof. Paganini e dal beneamato Preside…
Proprio lei, signor Preside, non se la sente di darmi delucidazioni sulla storia del giornalino?!
Ci spero
Zacca
Devo essermi spiegato male. Non volevo dire che Zacca si impegna molto a scuola. Volevo dire che ha un rapporto di lavoro dipendente e che quindi non ha bisogno di essre portato da mamma e papà a vedere come si fa.
Dato che, come molti miei amici, ho provato anch’io quanto sia faticoso avere sia impegni di studio che impegni di lavoro, non posso che apprezzare.
Questo non significa che la lettera di convocazione sia inutile. Anche perché eventuali sconti sarebbero dannosi per chi ne usufruisce.