Uno dei cortei, lungo più di un chilometro, occupava un vialone di otto corsie.
Centinaia di migliaia di persone per le strade di Yangon e di altre 25 città del Myanmar (ex Birmania).
Migliaia di studenti, cittadini comuni, celebrità del mondo dello spettacolo e anche parlamentari.
Alla testa dei cortei giovanissimi monaci, nelle loro tradizionali vesti rosso scuro.
I monaci parlano alla popolazione per ricordare che “noi marciamo per il popolo”, chiedendo di non utilizzare slogan politici e di recitare solamente preghiere per la pace.
“The loving kindness must win everything”, recita uno degli striscioni sostenuto dai monaci lungo un corteo.
La mia solidarietà per il popolo della ex-Birmania è totale.
La mia stima e il mio affetto per questi giovani monaci che, a rischio della propria vita, lottano per il popolo e per il proprio paese, sono grandissimi.
Mi auguro che quello che sta accadendo in Myanmar, nella sua tragicità, possa servire anche ai giovani italiani a prendere coscienza dell’importanza del loro ruolo nella società.
Senza l’impegno dei giovani, il futuro del nostro paese e del mondo, lasciato in mano a vecchi personaggi avidi di potere, non potrà essere migliore.
Davide Currò