Preferisco intervenire sul blog dal momento che la posta elettronica dei docenti mi sembra piuttosto congestionata.
Condivido in larga misura le considerazioni svolte dal Preside nel suo messaggio “Perdere ore”, a parte il sogno di una “presidenza bonapartista e paternalista” (a proposito, il riferimento storico, più che Napoleone, è Luigi Bonaparte): no, io preferirei un effettivo capo d’istituto in grado di decidere e dirigere, pienamente responsabile del proprio operato e per questo adeguatamente retribuito, con un incarico a termine che, alla scadenza, prevedesse la possibilità di riconferma o di rimozione. Ma anche il mio è solo un sogno…
Venendo invece alle proposte concrete e realizzabili, voglio esprimere un punto di fermo dissenso e un altro di convinta adesione alle osservazioni di Parma. Non sono d’accordo sulle attività di orientamento nelle quarte: mi appaiono sempre più come una “fuga in avanti” rispetto alle reali necessità dei ragazzi, che rivelano spesso, a un anno dalla conclusione del loro percorso scolastico, il permanere di vistose carenze nel metodo e nei contenuti dello studio. Altro che Università! E anche per quanto riguarda le quinte, ritengo che i canali informativi siano tali e tanti da poterci esimere da specifiche iniziative in orario curricolare, salvo forse il tradizionale incontro con gli ex studenti.
Pienamente d’accordo, invece, sull’idea eretica di violare il tabù dei 200 giorni-e-non-uno-di-più di lezione; a condizione, però, di richiamare i genitori al rispetto dell’impegno, senza insofferenza per la scuola che impedisce alle famiglie di fruire di ponti e ponticelli. Ma temo che qui le resistenze siano altrettanto forti tra noi docenti…O mi sbaglio?
Touché, prof. Cappellini.
Ho imparato una cosa che avrei dovuto sapere. Per fortuna è dai tempi di Alberto Manzi che mi ripeto: «Non è mai troppo tardi».
Grazie.