Pensiamoci…

bara dell\'ispettore Raciti

Quando penso allo sport penso a qualcosa che susciti una profonda passione, una voglia di divertire e di divertirsi. Mai, dico mai, potrei associare la violenza alla pratica di uno sport. Purtroppo, le ultime tragicissime vicende di Catania non sono le prime. Molte altre volte lo sport, sia esso indirettamente o i suoi tifosi, ha causato ingiuste e inutili tragedie. Ora viene spontaneo chiedersi quale sia il vero scopo dei tifosi. La violenza assurda di certe deviate tifoserie rende inconcepibile come queste possano avere qualcosa in comune con lo sport e il gioco. Questi epiloghi drastici richiedono misure altrettanto drastiche quanto immediate. Non credo che nessuna regolamentazione possa restituire la vita all’ispettore Filippo Raciti, o rendere l’armonia alla sua famiglia, ma di certo una pesante lezione deve ristabilire gli equilibri delle situazioni. Non si può e non si deve morire così. Tutti quei delinquenti, che non sono solo i delinquenti di Catania, ma anche quelli di Milano, Roma, Torino, Genova e di ogni parte in cui sono presenti, dovrebbero essere i rifiuti della società. Provo sdegno e schifo per queste menti deviate. E penso che ci dovrebbe essere una politica educativa più forte volta a dire no a tutta questa violenza. Oggi ero a scuola, e niente, nessuno ha proferito parola sull’accaduto venerdì scorso. Questa è forse una politica educativa? No, questa è indifferenza, ed è un’indifferenza che mi fa paura, perché coloro i quali dovrebbero, oltre che istruire, educare, i giovani ritengono che il programma abbia la priorità su tutto. Non sempre spiegare ai giovani com’è la vita fuori dal registro è una perdita di tempo, forse perché spiegare la nocività delle violenze aiuta a crescere, forse perché se c’è qualcuno che ti fa parlare di quello che accade nel mondo magari poi non vai negli stadi a tifare per la violenza. Forse se qualcuno avesse spigato a quegli individui, che lo sport è amore, è passione, è emozione magari l’ispettore Raciti e molti altri come lui sarebbero ancora tra i loro cari, e non due metri sotto terra. Risulta facile usare le solite ridicole espressioni che si tirano fuori in queste tragiche occasioni: “la società è malata”. La società siamo noi, quindi la serpe la stiamo allevando in seno.
L. Missi

6 commenti su “Pensiamoci…”

  1. Ciao,l’intensita’ del coinvolgimento emotivo con cui ciascuno di noi vive i fatti che ci accadono e’soggettiva, dunque, se gli insegnanti si soffermassero su tutto cio’ che, nel mondo che ci circonda, merita un po’ di attenzione,si occuperebbero continuamente di attualita’, invece che di storia, latino, filosofia, matematica e via dicendo. Questo perche’ molti studenti riterrebbero senza dubbio importante discutere della tragica ed insensata morte di Raciti,ma altri potrebbero giudicare altrettanto utile affrontare altri argomenti. Inoltre, dal momento che la classe e’, in essenza, un gruppo di persone che interagiscono per migliorarsi, non si puo’ sempre aspettare che siano gli insegnanti a prendere l’iniziativa di una discussione, come succede nella scuola primaria. Leggo spesso cio’ che scrivi e trovo i tuoi commenti estremamente puntuali e sensati, dunque non e’con acredine che ti scrivo, ma con partecipazione. So che e’ dura, ci si chiede, a volte:”ma come, la’ fuori il mondo brucia e questa sta alla lavagna a spiegare le equazioni di secondo grado?!”Ci sono momenti in cui i professori sembrano degli strani esseri che vivono nel mondo delle idee.
    Eppure,col tempo, quando l’odore della polvere di gesso fa quasi nostalgia, ci si rende conto che tanto di cio’ che ci sembrava vecchio e inutile, rispetto alle urgenze del mondo, e’ oggi quello che ci permette di capire davvero cio’ che abbiamo intorno, chi siamo e cosa vogliamo per noi e per gli altri. Spero che tu capisca che non si tratta di parole vuote…ma di esperienza concreta di vita.
    Infine, se ancora non ti ho convinto, ti racconto una cosa:negli anni novanta frequentavo un famoso Liceo del centro di Milano, alcuni studenti dell’istituto, all’uscita da scuola, vennero selvaggiamente picchiati da nazi-skin del quartiere perche’ notoriamente appartenenti a famiglie di origine ebraica, e, nei giorni seguenti, comparvero numerose svastiche sui muri della scuola…la mia professoressa di lettere(ero al ginnasio e la prof di lettere fa 18 ore alla settimana), nonostante le nostre sollecitazioni ed il nostro sottolineare la gravita’ del fatto che interessava direttamente la comunita’ scolastica, si rifiuto’ di parlare dell’accaduto. Il giorno seguente non ero in classe, ma in autogestione, durante la quale, affrontammo il problema sotto molteplici aspetti, con adulti ed esperti. Potrai ora pensare che io mi contraddica, ma non e’ cosi’:pensa, infatti, se lo stesso medesimo fatto accadesse al Calvino: cosa succederebbe? Io non credo che, dall’altro lato della cattedra, resterebbero in silenzio.

  2. Ciao Cece, premetto che per me qualsiasi risposta e qualsiasi idea, anche se contraria alla mia, è sempre ben accetta perché comunque una risposta è sintomo di dialogo, e il dialogo è la cosa più preziosa che ci sia, quindi ti ringrazio. Comprendo bene che non ci si possa fermare a discutere di tutte le vicende di cronaca che ogni giorno ci stordiscono, ma è anche vero che potrebbe esserci una selezione degli argomenti che più da vicino riguardano i giovani. Credo quindi che questi recenti avvenimenti possano rientrare nel cerchio di interesse adolescenziale, proprio perché solitamente tra gli ultras non ci sono cinquantenni o pensionati, ma adolescenti o ragazzi. Per quanto riguarda l’iniziativa degli studenti di voler approfondire certi fatti di cronaca, posso assicurarti che non manca, ma spesso o quasi sempre la programmazione prevale. Sinceramente penso che almeno un’ora di educazione civica alla settimana, nella quale si possa insieme analizzare molti dei bizzarri comportamenti che riguardano le prime pagine dei giornali si possa introdurre. La scuola è una delle istituzioni più utili e importanti all’interno della nostra società, ma la vita non è solo gesso lavagna e libri.

  3. Ciao leo, prima di tutto grazie per la bella ed approfondita risposta. Ti scrivo seduta sul treno delle 6,00, che mi sta portando al lavoro, dove arrivero’ tra circa due ore…so bene che la vita non e’ solo gesso, libri e lavagna, anche perche’, tra i banchi di scuola, ci sono stata meno ed in modo più discontinuo di molti miei coetanei. Io non credo che istituzionalizzare l’educazione civica, dedicandole un’ora alla settimana, servirebbe a molto.
    Probabilmente diventerebbe uno di quei momenti che, nell’insieme della settimana, appaiono agli studenti come più leggeri, nei quali si discute di tutto un po’, senza affrontare niente in modo consistente;oppure,nella migliore delle ipotesi, finireste a spararvi interminabili lezioni di diritto costituzionale. Io credo, come te, nell’educazione e, per quello che e’ la mia esperienza, posso dirti che un buon insegnante ti trasmette valori civili e ti educa socialmente ed umanamente, quando ti spiega storia, italiano, filosofia,latino, matematica e quando ti porta in palestra per educazione fisica. Sono mai servite a qualcosa le ore di campagna contro la droga? Nelle quali si spiega ai ragazzini di prima liceo cos’e’ una canna, quando il più ingenuo di loro potrebbe tranquillamente salire in cattedra a dar lezioni al relatore? Quando molti hanno gia’da tempo provato altro?
    Il rimando e’:”Oggi ci e’ andata bene, non abbiamo fatto niente, ci siamo fatti tre ore di assemblea sulla droga e non abbiamo fatto il compito di latino.”
    Io credo che si possa scegliere di educare ogni giorno e scegliere di non farlo mai.
    Probabilmente, come in ogni scuola, c’e’ chi vi vede come contenitori nei quali riversare nozioni. Eppure,da cio’ che leggo in questo blog,
    credo che per molti siate persone nei confronti delle quali ci si sente investiti di serie responsabilita’ e che i vostri professori vi vogliano bene, il che non e’ cosi’ scontato.
    Infine, caro Leo, se ritieni davvero che un’ora di educazione civica ogni tanto possa avere qualche utilita’, continua a sollecitare chi ti circonda perche’ ci si provi: dovessero accettare la tua proposta, mi auguro porti i buoni risultati, nei quali credi e, non dovesse essere cosi’, so che avrai l’onesta’ intellettuale di ammetterlo e che lo farai con l’usuale vivacita’ che contraddistingue i tuoi interventi. In bocca al lupo per i tuoi studi e, soprattutto, per la tua vita!

  4. Ciao Cece, per la prima volta da quando scrivo in questo blog mi sento veramente felice e soddisfatto del dialogo che si è creato. Ti ringrazio infinitamente sia dei consigli che delle sensatissime parole che hai voluto scrivermi. Sai, penso che se ci fossero più persone a pensarla come te e ad avere un’apertura mentale tale da poter instaurare un ricco e sano dialogo, molti dei problemi di cui abbiamo parlato svanirebbero. Ti ringrazio ancora e ti contraccambio di cuore gli auguri per il futuro, sperando di poter ancora dialogare, e magari anche incontrarti, cosa che mi farebbe molto piacere. Grazie ancora.

  5. Ciao Leo,anche a me ha fatto piacere dialogare con te. Mi piace il vostro blog perche’, in qualche modo, mi riporta a scuola, che e’ uno dei pochi ambienti, dove, tutto sommato, e’ ancora possibile essere veri. Alla prossima!

  6. ECCO…
    SUBITO A CRIMINALIZZARE IL MONDO ULTRAS, MA PERCHE’ ANZICHE SPARARE A ZERO SUL MOVIMENTO ULTRAS NON SI INIZIA A CAPIRE UN PO COME FUNZIONA?
    BEH VE LO SPIEGO IO!
    ALLORA INNANZITUTTO INIZIAMO A METTERE SUBITO UNA COSA IN EVIDENZA… MUORE UN’ULTRAS E NON SI DICE QUASI NIENTE (ANZI SI INIZIANO A DIRE CAZZ*** COME: ERA UN DELINQUENTE, SPACCIATORE ECC…) L’HANNO FATTO CON “SPAGNA”, ACCOLTELLATO DA UN MILANISTA, L’HANNO FATTO CON “SANDRI” SPARATO DA UNO SBIRRO E L’HANNO FATTO CON “PAOLO” TIFOSO BRESCIANO PRESO A MANGANELLATE DA UNO SBIRRO MANDANDOLO IN COMA ( E LO è ANKORA!!!)DURANTE UN VERONA-BRESCIA…
    ANDIAMO A VEDERE QUESTE COSE ANCHE NON SOLO QUELLO CHE VI FA’ COMODO!!!

    ULTRAS STILE DI VITA’!
    A.C.A.B.

    U.R.

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