Non sarebbe stato meglio disegnare su una superficie pulita anziché avere sotto gli occhi frasi insulse, un repertorio iconografico degno di un vespasiano e intagli che sembrano realizzati da seguaci di Priapo?
L’inchiostro della penna penetra inesorabilmente nella copertina di gomma che ricopre i banchi e non esistono detersivi in grado di cancellarlo; così tutto si stratifica nel tempo: cuori trafitti, numeri di telefono, motivi vagamente antropomorfi accompagnati da didascalie zeppe di parole irripetibili, firme da graffittari frustrati e frasi spesso tanto cattive quanto assurde – tutto insieme in un caos primordiale, in un delirio di sentimenti mai dichiarati se non furtivamente e di spregio per il bene comune.
La mia caricatura è stata realizzata dall’alunno Roberto Mazzarol di 2aA.
Le frasi e i disegni sui banchi, visibili nella vignetta, sono solo in parte rispondenti al vero.
Nel rispetto del lettore ho preferito non citare espressioni particolarmente volgari.