Spesso si fa un uso improprio della parola democrazia. La si applica a situazioni o realtà che viaggiano anni luce da concetti democratici. Ci si usa riparare dietro un bizzarro senso di giustizia. Ognuno è giudice degli altri, e così si finisce per fondere vero e falso, giusto e sbagliato, sano e insano, guerra e pace, amore e odio. Si dice di voler rendere la democrazia patrimonio di tutta l’umanità, e la si “instaura” con la guerra, si condannano a morte gli omicidi, perché non è giusto togliere la vita a qualcuno. Ci si proclama i paladini della democrazia, e poi si fanno ancora discriminazioni razziali. Tutto ciò mi da il voltastomaco e mi provoca una profonda repulsione nei confronti di tutti quei regimi antidemocratici non esplicitamente dichiarati, che ancora oggi nel ventunesimo secolo, regnano nei paesi che si definiscono come la patria della libertà, e che come subdolo simbolo ne hanno una statua che la rappresenta. Questo accade dall’altra parte del mondo come a casa nostra. Credo che dovremmo guardarci le spalle da coloro che professano la libertà e ne fanno strumento di morte, di odio e di sporco arricchimento. Patrie di libertà, case di libertà, libere espressioni, e poi fanno di censure e sporchi complotti estromettenti il loro pane quotidiano. Davanti a ciò mi indigno. E trovo che questo squallore socio-politico debba aver fine una volta per tutte.
L. Missi