Sfogliando le pagine del mio vocabolario l’occhio mi cade sulla parola “censùra” che così la definisce:
presso gli antichi Romani, l’ufficio del censore e la sua durata
intervento di un’autorità istituita dallo Stato, con il quale si cerca di impedire la diffusione di principi o di esempi ritenuti lesivi della pubblica moralità o pericolosi per l’ordine costituito; in passato, tale intervento si esercitò su tutte le manifestazioni del pensiero e dell’arte (stampa, libri, spettacoli); oggi, nei paesi democratici, si limita al controllo della produzione cinematografica
est. disapprovazione, critica.
Invito a leggerne la definizione e a fare una profonda riflessione.
L. Missi