“Che siccome che sono cecato”

Caro prof. Paganini, facendo, mio malgrado, anche io parte degli ipovedenti ho prontamente provveduto ad eliminare il disagio della scrittura in corsivo. Ovviamente mi auguro che le mie considerazioni presenti e future colpiscano per i contenuti più che per le forme. In futuro quando vede un corsivo mi chiami! quattrocchi io e quattrocchi lei sono otto, qualcosa vedremo.

Un commento su ““Che siccome che sono cecato””

  1. Spero di vedere ancora corsivi.
    Il corsivo si deve usare, per esempio, per le parole straniere che non siano di uso comune, per i titoli dei libri o di opere teatrali, cinematografiche, ecc., per dare evidenza ad una parola, e per tanto altro ancora.
    L’importante è che sia l’eccezione all’interno di un testo e non la regola.

    Torna a scrivere nel blog ed incoraggia anche i tuoi compagni. Vi leggeremo volentieri.

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