PRIMO GIORNO
Partenza con quasi due ore di ritardo. Per i prossimi due giorni in Alsazia si prevedono acquazzoni e temperature basse.
Attraversiamo la Svizzera, sembra di entrare in quel plastico con i trenini che mio padre mi aveva regalato tanto tempo fa; mucche pezzate, locomotive rosse che entrano in galleria, stazioncine, prati e montagne altissime, Manca solo un cartello con l’indicazione della scala di riduzione e mio padre che mi guarda mentre sfascio tutto.
Arriviamo a Strasburgo, un brivido di fronte al palazzone di vetro e acciaio del Parlamento europeo, siamo in clamoroso ritardo e tra un coro di “prooofff devo andare in bagno”, passiamo attraverso un metal detector che ci costringe a togliere anche le cinture. Fa ancora caldo a Strasburgo, mi sono fidato troppo delle previsioni meteorologiche e mi sento come Totò con Edoardo De Filippo a Milano in agosto con il cappotto.
Ci fanno accomodare in una saletta per ascoltare gli eurodeputati che giungono alla spicciolata, sono tanti e hanno tutti una gran voglia di parlare. La riunione dura oltre il previsto, i ragazzi nonostante la stanchezza del viaggio sono attentissimi e guardano i volti noti visti in televisione.
Usciamo di corsa dal palazzo, sollecitati da un servizio d’ordine severissimo. Peccato, l’architettura del palazzo è strepitosa ma non ci concedono soste… ”prooofff il bagnooooo!!!” Come li capisco!
Ancora in pullman verso Steinbourg, il cielo si accende dei colori del crepuscolo, le colline ricordano la provincia di Siena; tutto molto bello ma adesso una toilette è in cima ai miei desideri.
Subito a tavola, ordini superiori, le vesciche ormai sono gonfie come mongolfiere, anche ridere potrebbe essere molto pericoloso, rischiamo la sommossa dei ragazzi e hanno ragione… ”Cappellini, cosa ho fatto di male per meritare tutto questo?”.
Stendiamo un velo pietoso sul servizio a tavola e sulle scaramucce, per piccoli problemi logistici, da parte dei colleghi che accompagnavano le classi di altre scuole; i ragazzi hanno dimostrato di essere più maturi degli adulti.
Ecco la notte e il suo mistero, i fanciulli sono caricatissimi, vogliono stare tutti insieme in una camera, per me e la collega Antonella Romano inizia la ronda. Ore 1,30, adesso sembra tutto tranquillo, nessun rumore, forse possiamo concederci il meritato riposo. Un momento, laggiù si sente uno scricchiolio, una porta si apre appena, lentamente esce una mano che stringe un cellulare puntato verso il corridoio: ”maledetti, si servono della tecnologia per spiare i nostri movimenti”.
SECONDO GIORNO
Eccoci a Strasburgo, magnifica città, finalmente mi riconcilio con il mondo: “ragazzi ecco la vera architettura gotica, la spinta verso l’alto della cattedrale è impressionante. E’ così che si deve guardare una cattedrale gotica, in una piazza stretta che ci costringe ad alzare la testa”.
Nel pomeriggio visita della città sul bateau mouche con descrizione degli edifici in cuffia più un sottofondo musicale narcotizzante con effetto devastante sui ragazzi.
Albergo, cena e un’altra notte insonne. I ragazzi vogliono ancora stare tutti insieme per parlare del loro vissuto. Io e la prof.ssa Romano ancora nel corridoio, come due piantoni in caserma, ogni tanto qualcuno esce dalla stanza n° 38 per comunicarci che sta accadendo qualcosa di straordinario, sta per nascere una vera classe fatta di ragazzi che finalmente riescono a parlarsi.
TERZO GIORNO
Visita a Riquewihr, un gioiello a pochi chilometri da Strasburgo lungo la via del vino. E’ tempo di vendemmia, le colline sono piene di filari di viti cariche di grappoli d’uva, belle le casette a graticcio verde pistacchio, rosa confetto e bianco marzapane da mangiare con gli occhi. Nell’aria il profumo inebriante del mosto.
Ultima tappa Colmar, la “Venezia del nord” dicono,bella ma, per carità, non facciamo paragoni assurdi.
E’ qui che realizzo un desiderio che avevo da tempo. Nell’ex convento c’è il museo di Unterlinden in cui è conservato il Retablo di Grunewald. Assieme a qualche ragazzo mi prendo 30 minuti per vedere una crocifissione sconvolgente. Sono in estasi di fronte all’opera del grande maestro. Grazie 4A, grazie Cappellini e grazie Romano per avermi dato questa opportunità che mi ripaga di tutta la fatica fatta fin ora.
Siamo quasi alla fine, si parte veloci verso Milano, siamo ormai vicini a Rozzano e parlando con la collega le esprimo tutta la mia soddisfazione per come si sono comportati i ragazzi, per la maturità dimostrata, notata anche dai colleghi di altre scuole; mi complimento con la collega per la sua grande professionalità e l’energia inesauribile. E’ andato tutto bene ma il destino è sempre in agguato. Siamo a 150 metri dalla scuola, ultima rotonda, il pullman sta per travolgere una macchina… inchiodata pazzesca dell’autista che mi proietta con plastico volo con la testa verso il parabrezza. Dietro di me la prof.ssa Romano viene sepolta dai ragazzi e cade rovinosamente sui sedili. Riemerge dolorante – ma niente paura – la professoressa è di acciaio temprato.
Pensierino della sera: “a tutti coloro che in futuro faranno gite, alunni e professori, tenete allacciate le cinture finché il motore non è spento e soprattutto mai dire in anticipo che è andato tutto bene, porta iella”.
NELLO COLAVOLPE
grazie a lei prof e alla prof Romano per averci dato fiducia ed averci portato in questa magnifica gita!!!! anche con tutte le responsabilità che avevate,siete comunque riusciti a ridere, scherzare e ad amalgamarvi con noi!!!! grazie ancora… vale 4^A…
A parte l’azzardare ad indovinare chi ha sgamato “usufruire della tecnologia”…devo diree che siete sempre il miglior narratore, così come storia dell’arte e affascinante sentirla narrare delle gesta della quarta a in spedizione punitiva fuori casa, che vale doppio!
Unica pecca, se così la si può chiamare, stia attento a parlare di mucche pezzate perché nel gergo giovanile hanno ben altro significato…
Ma come poterle rinfacciare un’inezia tale, è troppo un mito per poterle fare questo, sarebbe quasi un affronto.
Quindi la ringrazio ancora come “il miglior cantore provenzale di averci alleviato la giornata con taluno discorso!”
DarIO
Giunti a 68 anni, di racconti di viaggio ne abbiamo letti moltissimi,il vostro lo abbiamo trovato esauriente ed anche divertente. Siamo stati a strasburgo e rileggendovi siamo ritornati con la fantasia in quella splendida città.
Grazie e auguri di buon lavoro Giovanna e Bruno.
carino il vostro prof…anch se è passato troppo tempo dal vostro viaggio..chissà se è ancora in questo istituto..