Ringrazio Alex e Dario per i loro commenti. Difficile affrontare problemi così complessi in poche righe, ma proviamo almeno a fare luce su qualche punto.
Comincio da Alex. Tu dici che l’indifferenza che manifestano i giovani verso le grandi questioni di interesse generale deriva “dallo sbagliato utilizzo delle tecnologie di cui oramai disponiamo”. Io viceversa penso che l’uso passivo, acritico, consumistico degli strumenti tecnoloigici è solo uno degli effetti prodotti da un modello sociale che ha nel mercato e nella sua logica il valore fondamentale di riferimento, plasmando comportamenti pratici e atteggiamenti mentali. Il mercato ci rende fin dall’infanzia consumatori di merci e più tardi anche produttori di profitto, integrandoci in un meccanismo che ci vuole il più possibile avidi e competitivi. Chi rifiuta questo gioco spietato viene emarginato, escluso, considerato un “perdente”, e allora è meglio imparare alla svelta a sgomitare, arrampicarsi sopra gli altri senza inutili scrupoli, godendo del piacere di possedere ed esibire tante belle cose, costose ancorché superflue. Avere ed apparire, questo è lo scopo del gioco, e per raggiungerlo occorre molta ambizione, poca solidarietà, cinismo quanto basta; e oscurare gli altri, o al massimo usarli. Badando bene – ma non è difficile – che la coscienza ipnotizzata non si svegli. L’indifferenza, caro Alex, trova qui la sua radice sociale che fa di noi degli atomi ciechi, sordi e dis-umani.
Io penso che sia possibile cambiare le regole del gioco, o addirittura cambiare il gioco stesso; ma credo anche che fin quando rimaniamo atomi isolati sia difficile persino concepire questa possibilità.
Alla prossima. Con Dario.