Ebbene… il fatidico giorno della prova di matematica è arrivato. Cartelle piene di righelli matite calcolatrici.. una bella preghierina a quel santo lì, un’altra a quel santo là.. Ne avrò dimenticato qualcuno…? ma no..
all’entrata le facce parlano da sole. Pallori, occhiaie, sguardi rassegnati, ultime formule da riguardare, rumore di denti che battono…
si entra.
Nella vita di uno studente del Liceo scientifico la prova di matematica è come il patibolo. Ce la farò…? e se non ce la dovessi fare…? e se oggi vado in palla…? Quanti pensieri.. Forse sarebbe meglio concentrarsi sul foglio che ho davanti. Bene bene. Allora.. ” una corda di lunghezza l..” . . . Oddio, già non capisco. No no aspetta.. ah si ci sono. Dunque se non mi sbaglio.. eh no, mi sbaglio. Aiutoooo.. voglio la mamma.
Ti guardi attorno nella speranza che qualcuno ti infonda la sua saggezza, poi guardi in alto aspettando l’illuminazione divina… Boh, proviamo il secondo problema.. allora.. no, niente non ho capito. Torniamo al primo. Oddio mi devo scordare di uscire con un buon voto, me la sono giocata.. ma forse…….
….forse… se pongo questo uguale a x… si, sembra venire.. mi volto, chiedo conferma.. mi dicono che sto facendo giusto.. la prof mi becca che parlo.. poco importa, adesso ho un barlume di speranza.. tutto ad un tratto tornano in mente le ore di matematica e gli esercizi svolti… ce la posso fare.
Maledetta agitazione.
..e domani si replica..