Questa è la seconda risposta all’intervento di Isabella, ma ne seguiranno altre.
Quale sarà la verità? Larvatus prodeo, scopritelo voi.
Certo, è colpa mia. Vi ho spiegato Sigmund Freud, vi ho spiegato la psicoanalisi e ora mi smascherate. Esponete al pubblico ludibrio le mie nevrosi, i reconditi segreti del mio inconscio.
Eppure dovreste saperlo: la percentuale di malattie nervose e mentali tra gli insegnati è altissima, mostruosamente superiore alla media nazionale.
Diciamolo: la scuola fa male!
E allora, bisogna pur sopravvivere, cercare piccole soddisfazioni che ristabiliscano l’equilibrio.
Quando ero maestro a Opera, per esempio, avevo due alunni terribili. Uno si arrampicava sui tubi esterni dell’impianto di riscaldamento sino al soffitto e poi si dondolava come una scimmia. L’altro (e non dico tutto) si spogliava a tavola, poi metteva le scarpe nel piatto e leccava avidamente la suola.
Che poteva fare un povero maestro quando psicologo, assistente sanitaria, assistente sociale, medico scolastico ed esorcista si dichiaravano impotenti?
Io tutte le notti sognavo di abbatterli con un fucile di precisione mirando dall’alto di un palazzo. Li uccidevo ogni notte e così li sopportavo di giorno. La soluzione l’abbiamo poi trovata, ma non per merito dei cosiddetti esperti.
E così ancora oggi mi dibatto tra le mie contraddizioni. Non ci sono forse un istinto di vita ed un istinto di morte?
E allora, che c’è di male se uso un’espressione ambigua ed ambivalente? così è la vita: «Eingehen schnell!»
sento un inequivocabile stridore di unghie sui vetri..