LE LUCI DELLE AUTO
accendono e
spengono
con effimeri riflessi
intermittenti,
l’asfalto lucido e
la ringhiera della
corsia filovie.
Lampioni gialli
brillano
come stelle giganti
oltre i vetri
appannati e gocciolanti
del mio bus.
Lo sciaquìo delle ruote e
il tamburellare
della pioggia
sul tetto
ritmano
il viaggio di
volti mesti ed
umidi.
Un poster della stazione
di Porta Romana
supplica
“Delta:Lasciateci lavorare.”
PRIMA FERMATA
Il motore elettrico comincia a ronzare
sul lungo 15 arancione
fermo al capolinea di Rozzano.
I passeggeri attendono impazienti
nel brusìo,
il conduttore assente.
Una dolce brezza muove le foglie degli alberi
nel caldo, assolato meriggio.
Eccolo finalmente salire
e chiudere di schianto le tante porte.
Un brusco sobbalzo,
e parte il gigante,
con l’usuale
stridìo
di metallo sui binari.
Pali, transenne ed alberi
sfrecciano nel finestrino.
Realtà nuove si susseguono.
Prima fermata.
M.Pigni