Sto interrogando uno studente, ma le risposte non sono certo esaltanti. Vorrei evitare un’altra insufficienza e decido di chiedergli di parlare della peste del Trecento, un argomento che i più considerano facile.
Esordisce descrivendo malamente il processo di diffusione della malattia “nel 1317” dalla “Crinea” che starebbe “più o meno in Grecia” e poi arriva trionfante a parlare delle varianti della malattia (argomento che conosce benissimo, dichiara).
«Ci sono tre tipi di peste, ma la più pericolosa e micidiale di tutte è la peste semantica!».
Quando mi riprendo dalle risate, mi guarda offeso e dichiara: «Ma prof., c’è scritto sul libro!»
Gli dico di cercarsi sul vocabolario il significato della parola e si offende ancora di più: «Lo so bene! Semantico indica tutto ciò che riguarda l’aspetto del corpo e del viso».
Caro il mio Curci, ti voglio bene, ma temo che la peste semantica abbia infettato anche te e che tu snobbi troppo le poche medicine in grado di guarirti. Non si vendono in farmacia, ma puoi trovarle in libreria.
Chissà se un domani farai il giornalista…