Festival della Scienza di Genova

Chi, fra gli insegnanti di matematica, non si è sentito rivolgere la fatidica domanda :
“? ma prof a che cosa serve nella vita di tutti i giorni sapere l’algebra, la geometria ?” ?
E’ proprio per rispondere, almeno in parte, a questo quesito che mi è sorto spontaneo proporre alle classi seconde l’uscita a Genova .
Da due anni il Festival della Scienza di Genova rappresenta uno degli eventi più seguiti nell’ambito della divulgazione scientifica europea. Grazie a un linguaggio capace di mettere in relazione grande pubblico e grandi esperti e a un programma di eventi di assoluto prestigio, il Festival della Scienza di Genova si rivela ogni anno un appuntamento da non perdere per scuole, appassionati, ricercatori e curiosi.


“Una rappresentazione inedita del sapere scientifico, ritagliata appositamente per il mondo della scuola” : è quanto si è proposta la terza edizione del Festival della Scienza (nell’Anno mondiale della Fisica e nell’ambito dell’Iniziativa Europea del Ricercatore), in programma a Genova dal 27 ottobre all’8 novembre.
Tema di fondo del 2005 sono state le < <“frontiere”, intese – spiegano gli organizzatori – come terra di nessuno che separa il noto dall’ignoto, come limite da spostare costantemente in avanti, come confine tra i diversi saperi, da superare per conseguire nuove forme di ricerca interdisciplinare>> .
Non è stato facile scegliere, fra le 250 proposte, quelle più adatte, ma soprattutto, quelle più accattivanti, quelle più “intriganti” (le sottostanti descrizioni sono state liberamente tratte dal sito del Festival della Scienza di Genova) .

Le stanze dei numeri (mostra)

Un percorso interattivo ti conduce attraverso i tanti, diversi aspetti collegati al mondo dei numeri: da quelli scientifici più ovvi a quelli più nascosti, dall’universo storico a quello esoterico, in un viaggio che ti mostra come dietro a suoni così familiari come “uno, due e tre” ci siano aspetti inattesi, affascinanti e profondi.
La mostra trova ispirazione da un argomento che compare e ricompare a sorpresa nel mondo della scienza, la successione numerica di Fibonacci: il grande matematico Leonardo Pisano, detto Fibonacci, risolse nel 1223 il famoso “problema dei conigli” posto dall’imperatore Federico II di Svevia (“Quante coppie di conigli si ottengono in un anno se ogni coppia genera un’altra coppia ogni mese e le coppie più giovani sono in grado di riprodursi già al secondo mese di vita?”) producendo la prima successione ricorsiva della storia della matematica: 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377…. (ogni nuovo numero è la somma dei due che lo precedono). Questa successione presenta tante proprietà curiose che si possono riscontrare anche in forme animali e vegetali.

La prima stanza indaga il calcolo elementare delle somme e moltiplicazioni e spiega come non sia scontato usare 10 come base numerica (ancora oggi, alcune popolazioni usano altri sistemi) .
La seconda stanza presenta i molti risvolti pratici dei numeri a partire dall’utilizzo dei calcoli nella navigazione. E se la terza indaga la presenza di rapporti fra i numeri in arte e musica, il quarto ambiente fa scoprire come la logica permette di fare delle vere e proprie operazioni con oggetti che non devono essere per forza dei numeri.
La stanza numero cinque punta l’attenzione sull’informatica e la crittografia, che permettono di proteggere i nostri dati più segreti ed importanti, come i codici di sicurezza del conto in banca, usando alcuni teoremi di matematica; la sesta invece presenta giochi di puro divertimento a base matematica (come il caso enigmistico del momento: il sudoku).
Nella settima stanza si rivelano molte sorprese della geometria, a partire dalle figure geometriche inusuali e all’apparenza immaginarie; l’ottava stanza racconta la storia spesso avventurosa della risoluzione di grandi problemi matematici.
E nell’ultima stanza si scoprono le molteplici realizzazioni della successione numerica di Fibonacci in natura: ad esempio, nel problema dei conigli o sugli ananas o anche nella conchiglia del nautilus, un abitante degli oceani della famiglia dei cefalopodi che viene considerato un fossile vivente. Si risolve, inoltre, il mistero dei numeri delle stanze della mostra.

Apparenza e realtà (mostra)

immagine di apparenza tratta dal sito del Festival della scienza
 

Tutti conoscono le illusioni ottiche, le strane figure che ci ingannano mostrandoci oggetti deformati, inesistenti o impossibili tramite un errore dei meccanismi della nostra percezione visiva; ma anche l’uso della prospettiva, che ci fa vedere su una superficie piatta un edificio o un panorama a tre dimensioni, è un tranello per l’occhio di cui non ci accorgiamo. La prospettiva, gli specchi e le ombre sono i temi delle tre sezioni di questa mostra che racconta come artisti e matematici del nostro passato hanno imparato ad usare la geometria per costruire immagini prospettiche verosimili, oppure figure bizzarre e riconoscibili solo nel riflesso di una superficie curva; possono essere inoltre sperimentati il processo di formazione delle ombre solari e la sorprendente proprietà delle ombre che, in particolari situazioni, restano ferme nonostante l’oggetto e l’osservatore siano in movimento.

Alla ricerca della via più breve (conferenza del 4 novembre 2005)
Piergiorgio Odifreddi, Orietta Pedemonte

Piergiorgio Odifreddi, docente all’Università di Torino, si occupa di logica matematica, e più in particolare la teoria della calcolabilità, che studia potenzialità e limitazioni dei calcolatori. Autore di innumerevoli pubblicazioni scientifiche e divulgative, è comparso varie volte in trasmissioni radiofoniche e televisive. I suoi ultimi libri sono “Penna, pennello e bacchetta” (Laterza, 2005) “Le menzogne di Ulisse” (Longanesi, 2004), “Il diavolo in cattedra” (Einaudi, 2003), “Il vangelo secondo la scienza” (Einaudi, 1999).

Nonostante l’enorme difficoltà per entrare (sebbene la conferenza fosse stata prenotata, i ragazzi si sono dovuti sedere per terra, volgendo le spalle al palco ! ), l’abile conferenziere è riuscito a catturare la loro attenzione proponendo loro di risolvere giochi ed enigmi .
E’ stato veramente emozionante vederli partecipare attivamente !
Non si sono fatti minimamente intimorire dal luogo (Sala Minor di Palazzo Ducale) e neppure dal pubblico : si sono “lanciati” nella ricerca della soluzione dei quesiti chiedendo poi conferma direttamente a Odifreddi, che in maniera informale e simpatica ha dato spazio a tutti .
Qualcuno si è fatto anche rilasciare l’autografo !
In questa occasione i ragazzi hanno così avuto modo di conoscere un matematico vivente (nel loro immaginario i matematici sono o morti o vecchi decrepiti e magari anche molto noiosi), che in maniera divertente li ha avvicinati ad alcuni dei più conosciuti problemi della matematica.

Delitti imperfetti (conferenza del 3 novembre 2005)
Luciano Garofano

un momento della conferenza
 

I Reparti Investigazioni Scientifiche dell’Arma dei Carabinieri sono, negli ultimi anni, saltati all’onore della cronaca sia per le serie televisive loro dedicate sia, soprattutto, per il loro coinvolgimento nei fatti di cronaca.
Meglio noti come RIS, sono quattro, sparsi sul territorio nazionale.
Il comandante del RIS di Parma Luciano Garofano spiega al pubblico come funzionano i reparti, cosa vuol dire compiere indagini tecnico-scientifiche e quali strumenti vengono usati.

Luciano Garofano si è laureato in Scienze Biologiche e si è specializzato in Tossicologia Forense.
Dal 1978, anno di arruolamento nell’Arma dei Carabinieri, al 1988 è stato comandante della Sezione Chimico-Biologica del Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma, con competenza su tutto il territorio nazionale.
Dal 1988 al 1990, è stato destinato presso l’Organizzazione Territoriale dell’Arma dei Carabinieri quale comandante della Compagnia Carabinieri di Torino Mirafiori.
Dal 1990 al settembre del 1995 è stato comandante della Sezione di Biologia dello stesso Centro ed ha curato la realizzazione di un laboratorio per l’analisi del DNA a scopi forensi.
Dal settembre del 1995 è comandante del Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Parma, che ha competenza su tutto il Nord-Italia.

Il fine del Festival della Scienza è di

“? far emergere un’identità collettiva della scienza capace di unire rigore e immaginazione per offrire soprattutto ai giovani la bellezza di una scienza che faccia innamorare di sé”.

? mi auguro che per i ragazzi sia stato così .

Maria Grazia Gualazzini

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