Finiti gli esami. Tempo di addii.
Vi rivedrò a settembre, quando verrete a vendere i libri usati (non vendete, vi prego, lo Strumia). Poi vedrò solo qualcuno sempre più saltuariamente o, magari, vi incrocerò al supermercato e ci saluteremo con la fretta di chi è pressato dal correre della vita.
Così ve lo dico adesso: è stato bello!
Ringrazio Dio e voi per il dono ricevuto: tre anni gioiosi, anche quando fingevo di voler cambiar mestiere.
Ora, andate e non lasciatevi intimidire da nessuno: meritate tanto. E non dico per i risultati scolastici; quelli sono secondari: un voto non vi misura.
Vale anche per chi non ha avuto il successo sperato e dovrà pazientare ancora per un anno: anche ottimi colleghi, amatissimi dai loro studenti, hanno impiegato più tempo del previsto per concludere la scuola superiore.