Tutte le cose involve l’oblio nella sua notte. Per fortuna!
Sono smemorato, ma ne sono contento: non faccio nulla per ricordare volti, momenti e situazioni.
Non invidio proprio quelli che hanno una memoria di ferro. Basta ad ogni giorno la sua pena. Ci mancherebbe anche di recuperare quella dei giorni passati.
A volte, però, il passato ritorna all’improvviso. Basta un riflesso di luce, un suono, una pressione sulla mano…
Per carità! Non pensate a Proust ed alla sua madeleine. Lui ha dedicato sette volumi alla sua Recherche. Esagerato! Quando sono arrivato a metà del settimo volume ero saturo: l’ho chiuso, per non riaprirlo mai più.
Io parlo di ricordi più ruspanti e genuinamente frammentari.
E così gli errori trovati in un tema mi hanno fatto ricordare di Gabes (sic) Malapasta, una ragazza alta (si fa per dire) più o meno un metro e cinquanta. Aveva il grande sogno di diventare poliziotta e aspettava il bando del corpo di polizia della repubblica di Lilliput.
La stavo interrogando sulla rinascita agricola, economica, demografica, ecc. dopo l’anno 1000. Dopo un’introduzione dignitosa, aveva aggiunto che la crescita demografica era stata favorita dalla maggior diffusione della coltura dei legumi, che erano molto nutrienti e facili da conservare. La domanda mi era venuta spontanea: «E come li conservavano?». E lei, con uno sguardo stupito: «In frigo!». Non ero riuscito a trattenermi ed ero esploso in un boato di risate convulse. La poverina era arrossita violentemente, sembrava un pomodoro maturo, ed aveva cercato di correggere l’errore: «No! Mi scusi professore, mi sono sbagliata. In freezer!»
E fu un bell’otto sul registro! (Non è vero, ma mi sarebbe piaciuto)