Ormai ci siamo. Il triste momento del commiato sta arrivando.
Cinque anni sono volati. Il tempo se li è portati via con corrosiva celerità.
Lascio la scuola con un grosso rimpianto ed una grande gioia.
Il rimpianto è quello di dovermene andare proprio sul più bello.
La gioia è aver capito, col passare del tempo, che la conoscenza, l’arte, la poesia, la letteratura sono affascinanti, ammalianti, elevano l’anima dell’uomo, e che “abbeverarsi” di cultura nell’ambiente della nostra scuola è gratificante.
Pur considerando le difficoltà del caso e la mancanza di motivazioni che talvolta riaffiora, conserverò un ricordo splendido degli ultimi due anni del mio percorso scolastico. Non li ho vissuti in conflitto con la “labor studiandi” (pardon, fatica di studiare), ma con spirito sereno e propositivo. Hanno cambiato il mio approccio nei confronti della cultura e della realtà in modo irreversibile.
Mi sono proposto di lasciare un umile messaggio. Quale ricordo lasciare?
Ho pensato subito a queste parole che, personalmente, sono le più profonde che abbia mai udito.
Vi auguro che qualsiasi cosa desideriate, di qualsiasi fede siate, in qualsiasi cosa crediate, tutto nasca in voi dall’amore, dalla passione e dalla gioia di vivere.
L’AMORE
L’Amore è paziente, è benigno.
Non è invidioso l’Amore.
Non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto.
L’Amore non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto.
Non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
L’Amore è tutto, copre.
L’Amore è tutto, crede.
L’Amore è tutto, sopporta.
Se anche conoscessi tutte le lingue degli uomini e degli angeli
ma non avessi l’Amore,
sarei come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna.
E se anche avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e possedessi la pienezza della fede da trasportare le montagne
ma non avessi l’Amore,
non sarei nulla.
Dedicato a tutti gli studenti e a tutti coloro che contribuiscono a rendere la scuola non un vincolo opprimente, ma una prospera agorà di crescita culturale e soprattutto umana della persona.
Maurice